Page 474 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




























               Figura G 2

               La prima riga orizzontale della tabella principale e la prima colonna verticale delle due tabelle
               contengono le lettere dei gruppi cifranti, scelte tra 17 lettere dell’alfabeto ridotto (A, B, C, D, F,
               G, H, I, L, N, O, P, Q, R, S, V, z) e ordinate secondo la parola chiave prescelta.
               La tabella principale comprende 14x12 = 168 posizioni che, con l’impiego della tabella ausilia-
               ria, divengono 14X12X12 = 2016 e si adopera per cifrare singole lettere o bi lettere in chiaro,
               generando gruppi cifranti di due lettere (per esempio la lettera “r” si cifra con “CN”). La tabella
               ausiliaria permette di cifrare tri lettere in chiaro, generando gruppi cifranti di tre lettre di cui la
               prima indica la riga della tabella ausiliaria. Per esempio “ta” si traduce in cifra come “HO”. men-
               tre “tra” diviene “CHO”, applicando la sesta riga della tabella ausiliaria. Analogamente, una let-
               tera iniziale “N” equivale a premettere una “a” alle bi lettere contenute nella tabella principale.
               Come nel metodo adottato per il cifrario a gruppi di numeri, la lettera “I” posta all’inizio di un
               gruppo cifrante di tre lettere indica l’utilizzo di una seconda posizione all’interno di ciascuna
               casella (sottoriga) in cui sono inseriti i termini di uso corrente nell’Esercito, i numeri arabi e
               romani e alcuni termini ricorrenti privi di desinenza come “comandant” o “inform”.
               Nella tabella ricostruita dagli Austriaci il numero delle posizioni di sottoriga risolte è inizial-
               mente  inferiore al 38% e tra queste i termini di uso corrente nell’Esercito sono in numero molto
               limitato.  Ciò non impedisce comunque di interpretare il senso dei crittogrammi italiani.
               La prima chiave usata in ordine di tempo nel cifrario di cui trattasi e riportata in  tabella corri-
               sponde alla parola FLICAzONI, inserita nella prima riga, senza ripetizioni e seguita dalle lettere
               dell’alfabeto ridotto non contenute nella parola chiave, fino all’esaurimento delle 14 posizioni.
               Nella prima colonna verticale delle due tabelle è inserita la stessa parola invertita. Le altre posi-
               zioni sono occupate dalle restanti lettere dell’alfabeto ridotto in sequenza dall’alto verso il basso.
               La prima parola chiave non venne scoperta dagli Austriaci, ma è ricostruita in questa sede.
               Il metodo per ottenere la chiave da una parola di uso comune viene gradualmente scoperto nella
               successiva settimana, destando gli ironici commenti dei decrittatori austriaci, perché la parola
               utilizzata è CAPITOMBOLANO.
               In occasione dell’introduzione del cifrario C1, Ronge richiama la somiglianza di quest’ultimo
               con quello descritto da Andreas Figl nel suo libro e denominato “zweispaltige einfahtable”,
               anch’esso a gruppi cifranti di 3 lettere diverse da quelle dell’alfabeto ridotto italiano con una
               tabella principale e una ausiliaria e dimensioni pari a 13x9X12. 1
               Come si illustra nel testo, i cifrari della serie C successivi al C1 possono rappresentarsi in modo


               1   M. Ronge, , op cit., p.52. Il riferimento è a pagina 173 e annesso 32 del libro, del Capitano Figl.

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