Page 470 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 470
LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
due frequenze di scintilla pari a 350 e 700 Hz, corrisponden-
ti a determinate velocità di rotazione del rotore dello spin-
terometro. E’ stato poi possibile modificare la frequenza di
scintilla, caratterizzando le stazioni trasmittenti mediante
note acustiche diverse fino a un massimo di quattro compre-
se tra 200 e 2.000 Hz, aumentando così le possibilità offerte
dalla “selezione acustica”.
9
L’Esercito austriaco adotta invece trasmettitori di tipo Te-
lefunken, a “scintilla frazionata” ottenuta facendola scocca-
re tra dischi metallici vicini ma isolati con rondelle di mica.
Questa tecnica è adottata dagli Italiani durante il 1916, per
esempio negli apparati da 200 W progettati e costruiti dalle
Officine del Genio (Fig. F2).
La tecnica a scintilla occupa per ogni stazione emittente
una banda di frequenze la cui ampiezza dipende dal così
detto smorzamento della scintilla: minore per scintille a
maggiore persistenza - dette anche poco smorzate o a smor-
zamento logaritmico -, come nella parte alta della Fig. F3 e
maggiore per scintille che si creano e si estinguono rapida-
mente (parte bassa della figura).
10
Una scintilla poco smorzata si prolunga nel tempo fino a
F2 Spinterometro di tipo Telefunken giungere vicino a quelle precedente e successiva. In tali
condizioni l’emissione a radiofrequenza non differisce mol-
to da un’onda continua (CW) - mono frequenziale - e quindi occupa meno banda di quella ne-
cessaria nel caso di scintilla molto smorzata. Tutto ciò influisce sia sul numero di stazioni che
possono funzionare contemporaneamente in una determinata area geografica, sia sulla facilità
d’intercettazione delle stazioni emittenti. Il numero di stazioni allocabili in territori geografica-
mente non molto estesi ove non è praticabile il reimpiego delle frequenze, con trasmettitori di
potenza come quelli di cui trattasi, può valutarsi in funzione dell’intervallo di frequenza che è ne-
cessario assicurare a ogni singolo radio collegamento per evitare interferenze dai canali adiacenti.
In tempo di pace, due trasmettitori con scintille poco smorzate occupano una banda relativamen-
te stretta e possono allocarsi a una distanza in frequenza pari a circa il 5% della frequenza nomi-
nale di funzionamento. Invece, le difficoltà che si incontrano al fronte, per esempio per ottenere
una accettabile stabilità di frequenza o nel controllare lo smorzamento dei trasmettitori, fanno
aumentare la suddetta distanza al 10% - 15%. In tale situazione, se si dispone dell’intera banda
compresa tra 400 e 1500 metri, si possono trasmettere, in una data area geografica, al massimo 7
o 8 comunicazioni telegrafiche contemporanee. 11
Le trasmissioni poco smorzate rendono anche più difficile l’intercettazione alle riceventi che de-
vono ricercare con maggiore precisione la frequenza di funzionamento delle emissioni nemiche.
Questi vantaggi migliorano ovviamente ancora di più con onde mono frequenziali che realizzate
verso la fine della guerra, consentiranno anche la modulazione con segnali telefonici.
Onde continue o persistenti erano ottenute, anche prima del conflitto, con alternatori ad alta
9 Questa capacità non è ottenibile con la tecnologia utilizzata in precedenza, cioè con spinterometri fissi detti “a scintilla
rada” che provoca in ricezione un rumore cupo e aspro. invece di un tono musicale. Trasmettitori di questo tipo erano an-
cora funzionanti, all’inizio della guerra, in alcune stazioni fisse.
10 Una scintilla poco smorzata si prolunga nel tempo fino a giungere vicino a quelle precedente e successiva. In tali condi-
zioni l’emissione a radiofrequenza non differisce molto da un’onda continua - mono frequenziale - e quindi occupa meno
banda di quella necessaria nel caso di scintilla molto smorzata.
11 L. Sacco, , Rivista di Artiglieria e Genio, ottobre 1914, Vol. IV, p.6 e s.
470

