Page 119 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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dall’Italia alle Canarie                                              119



               dei nuovi governanti sarà quella di tenere il popolo lontano dal potere. È
               insomma quanto s’è appena visto a proposito di quel desiderio di attenuare
               il clima di democratizzazione, le riforme delle Istituzioni.
                  La realtà a Genova è una lotta tra gruppi familiari, Fieschi e Grimaldi
               da una parte e Doria e Spinola dall’altra. La guerra in Italia tra Manfredi e
               Carlo d’Angiò vede Genova in una posizione di efficace neutralità. Tenen-
               do sempre a mente quanto aveva già pensato il Boccanegra a proposito del-
               la Sicilia, ovvero dell’importanza di quell’isola per i movimenti di Genova
               sul mare, i nuovi governanti avviano una politica di intesa con Manfredi;
               nello stesso tempo, però, non rompono con Carlo d’Angiò garantendogli
               anche il passaggio nel territorio della Repubblica e nei suoi porti a patto
               che in questo transito l’Angioino non intenda muovere guerra al figlio di
               Federico II.
                  S’è visto come all’indomani della cacciata del Boccanegra e il ritorno al
               potere dei nemici di questi, il governare a Genova non sia stato altro che un
               continuo conflitto tra potentati familiari. Lo strapotere dei Grimaldi indu-
               ce Oberto Spinola a cercare l’appoggio del popolo minuto provando così
               l’elezione di due Podestà cittadini nelle persone di Guido Spinola e Nicola
               Doria. Proprio nel breve periodo di predominio di queste due famiglie si
               vieterà a Carlo d’Angiò il passaggio nelle terre della Repubblica.
                  Per giungere all’episodio della Diarchia si deve per un momento porre
               lo sguardo a quanto prima di esso s’era verificato non soltanto nella città di
               Genova. In un primo momento Genova s’era schierata a favore di Manfre-
               di (grazie ai trattati del 1257, 1259 e 1261) e successivamente, nel 1269,
               con Carlo d’Angiò (artefici di questa alleanza furono le potenti famiglie
               guelfe dei Grimaldi e dei Fieschi). La partecipazione all’ottava crociata
               s’era conclusa per Genova con un disastro. Questa sottomissione all’An-
               gioino e gli atti di vera “prepotenza” della famiglia dei Grimaldi (tra le
               altre, la nomina di Luchetto Grimaldi a podestà di Ventimiglia), favorirono
               lo scoppio della sommossa del 28 ottobre 1270. Dopo lotte tra le fazioni
               fu deposto il podestà guelfo, Rolando Putagio, e furono insediati Oberto
               Spinola e Oberto Doria. “Quindi a due capitani del popolo veniva com-
               messo il supremo governo dello Stato, ai quali fu aggiunto un abate del
               popolo, vera rappresentanza popolare, che sedeva in mezzo a loro. Il pode-
               stà venne conservato, ma per la sola parte forense. I guelfi furono banditi
               per tre anni.” (Enrico Donaver,”Storia di Genova”, Mondani Ed., Genova,
               1967)).  La Diarchia governò Genova per quindici anni e durante questo
               periodo si assistette alla battaglia della Meloria, in cui la Dominante ebbe
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