Page 217 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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famiglia degli strigidi, ma la differenza è dovuta al fatto che questi ultimi,
rispetto alla civetta, hanno ciuffi di piume erettili posizionati sopra gli oc-
chi che sembrano incutere più spavento al loro sguardo: sarebbe pertanto
questo il vero stemma della famiglia Malocello – Maloisel.
Sempre con riferimento alle fonti francesi merita un breve approfon-
dimento quanto affermato dal Gallois nello studio “Cartographie et geo-
graphie medievale. Une carte colombienne”, pubblicato sugli Annales de
Geographie, 1925, Vol, 34, num 189, il quale alla pag 197 ricorda la poco
conosciuta carta del genovese cartografo Giovanni di Carignano, il quale,
nel 1320, ha redatto un pregevole mappamondo, sul cui limite si vedono,
circondate dall’Oceano, delle isolette la cui posizione e conformazione
permette di identificarle per le Canarie, anche se dette isole sono prive di
denominazione.
Tale carta risulta pertanto di estrema importanza, perché è anteriore di
diciannove anni rispetto a quella di Angelino Dulcert (il primo che scriverà
“isola di Lanzarotto” con tanto di bandiera genovese).
Giovanni da Carignano, rettore della chiesa di S.Marco al Molo a Ge-
nova era “un prete che si recava di frequente al porto di Genova per inter-
rogare i marinai e gli stranieri sui loro viaggi: poi, all’ombra del campanile
di San Marco, riproduceva su un planisfero le notizie geografiche ricevute”
( Charles de La Ronciere in “la scoperta della terra”). Egli, pur essendo
un ecclesiastico, era in contatto con gli ambienti marinari della città, come
si deduce dalla diffida fattagli dell’arcivescovo perché teneva in chiesa,
nelle case e nel vicino cimitero, timoni, vele, parti di barche ed altro ma-
teriale simile.
Ciò vuol dire che il Malocello aveva forse già fatto conoscere le proprie
scoperte a Genova, visto che il Giovanni da Carignano (scrive il Gallois)
era anch’egli di Genova.
Tuttavia questa diffusione della scoperta poteva essere stata fatta dal
nostro Lanzarotto solo in maniera frammentaria ed occasionale, visto che
non risulta indicato il nome di queste isole sopra la carta.
A questo punto sarebbe necessario l’esame di questa carta redatta dal
Giovanni di Carignano verso il 1320; ed invece ciò è impossibile per uno
dei tanti incidenti dell’Amministrazione italiana: risulta infatti che detta
carta era conservata negli Uffizi di Firenze, ma – trasportata a Napoli per
una mostra insieme ad altri documenti – veniva irrimediabilmente distrutta
da un incendio sviluppatosi nei locali della mostra.
Incredibilmente non risultano neanche copie anastatiche di detto do-

