Page 259 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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A ciò deve aggiungersi il problema del Mediterraneo Orientale, rappre-
sentato dall’avanzata dei Turchi Ottomani (dal nome di uno dei loro capi,
Otoman): i Turchi - a differenza degli Arabi più tolleranti – non solo si
dimostrarono più integralisti nel loro islamismo, ma assai più bellicosi dal
punto di vista militare, tanto da impedire il normale traffico commerciale
con l’Occidente Cristiano (cfr Garzanti, Storia, II Vol, pag. 88)
Questa bellicosità dei Turchi Ottomani rese sempre più difficile l’ap-
provvigionamento di spezie, seta ed altri prodotti autoctoni dell’estremo
Oriente, in favore di un Occidente che – a seguito della rinascita demogra-
fica – economica dell’XI – XII Secolo – era diventato sempre più deside-
roso di innalzare il proprio tenore di vita: situazione paragonabile al ricco
Impero Romano del I e II Sec. Dopo Cristo, con l’unica differenza che
– mentre Roma aveva unificato politicamente l’Europa con la forza delle
armi – l’Occidente Cristiano era di nuovo unificato dalla forza della reli-
gione (la c.d. “Ecumene”, dal greco “oicumene” dei Padri della Chiesa).
E qui dovremmo richiamare la suggestiva tesi contenuta nella relazione
del professor. Giorgio Padovan intitolata “Gli Ulissidi dell’Atlantico” pub-
blicata nell’ottobre 1998 – per la parte che qui interessa – sul numero 9 di
“Veneti nel Mondo”. In breve la tesi di questo studioso è che a fronte di una
scarsa conoscenza dell’Atlantico limitata alla leggendaria “Ultima Thule”
(l’Islanda?) od a viaggi di carattere religioso come quello di Brendan, San
Brandano che ispirò Dante, il rinato spirito commerciale della borghesia
mercantilistica – comunale cercò di navigare per aprire nuove vie commer-
ciali finalizzate all’accrescimento della ricchezza. Solo che per bypassare
il problema dei Turchi Ottomani, l’unica soluzione che parve più logica fu
quella di raggiungere l’estremo Oriente passando per l’Occidente, circun-
navigando l’Africa.
Proprio tale circunnavigazione avrebbe risolto il problema rappresenta-
to dai Turchi evitandoli geograficamente.
In tal caso la scoperta degli arcipelaghi atlantici sarebbe stata una ca-
sualità, che però avrebbe costituito il “trampolino di lancio” per scoperte
più vasto raggio.
Questa tesi fu ripresa in un testo del 1950 di Giotto Dainelli, “la con-
quista della terra”, ed. UTET, che a pag 179 richiama anche la tesi secon-
do la quale gli arcipelaghi delle Canarie e delle Azzorre sarebbero già stati
conosciuti in epoca antica, grazie alle navigazioni di Fenici, Greci e – più
tardi – degli Arabi.
Solo che il generale decadimento delle tecniche di navigazione dell’Al-

