Page 85 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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               zantino, che (ancora due secoli dopo la morte di Giustiniano avvenuta nel
               565) difendeva validamente il “tema” della Liguria dagli assalti dell’insor-
               gente Regno dei Longobardi, ridotto ad un mero nome il signoreggiante
               imperium del Regno Italico su tali territori (l’Imperatore tedesco non ave-
               va né le truppe né l’auctoritas per poter esercitare effettivamente il proprio
               potere sulla Liguria), fu giocoforza agli abitanti di tali luoghi organizzarsi
               da soli, costituendo proprie municipalità, erigendo proprie fortezze e città,
               nonché dandosi proprie istituzioni che – solo nominalmente – riconosce-
               vano la supremazia del Sacro Romano Impero.
                  L’origine dell’autoctona potenza di Genova e della Liguria tutta do-
               vremmo forse posizionarla nel tardo X secolo allorché la regione fu divisa
               in tre marche: l’Arduinica, l’Aleramica e l’Obertenga, che ebbero la forza
               di impedire le scorrerie saracene con la creazione (probabilmente) di qual-
               che rudimentale “Compagna”.
                  Con questo termine si intende un sistema paritario di proprietari e la-
               voratori, in cui i primi ponevano il capitale ed i secondi il lavoro: si può
               parlare in tal senso di un taylorismo economico ante – litteram; infatti l’e-
               conomista americano Robert Taylor per primo enucleò il concetto di orga-
               nizzazione del capitale in funzione del lavoro e suddivisione tra più sog-
               getti delle stesse fasi del lavoro, in maniera da ottimizzare il rendimento.
                  Per l’appunto – a guisa di anticipazione del concetto di “Taylorismo”–
               la Marca Obertenga (sottraendosi di fatto al dominio del Regnum Italiae,
               parte meridionale del Sacro Romano Impero Germanico) nell’anno 1056
               creò una“Compagna” autonoma, formata da capitalisti – mercanti da un
               lato e artigiani operai e/o marinai salariati dall’altro, il cui scopo era quello
               di organizzare in mare delle piccole spedizioni navali, via via sempre più
               grandi e di lungo raggio.
                  Dal momento in cui questa “Compagna” si trasformò in un ente pubbli-
               co, inglobandovi di diritto, per adesione spontanea, ulteriori aderenti (che
               dal ristretto numero originario si era esteso a tutti i principali abitanti di
               “Genua”) si assiste alla nascita del libero Comune di Genova.
                  Sarebbe troppo lungo elencare qui tutti gli avvenimenti di quei cen-
               tocinquanta anni che vanno dal 1050 al 1200 (anche perché correremmo
               il rischio di scrivere la storia della Repubblica di Genova, anziché quella
               della famiglia Malocello), ben valga tuttavia l’esposizione in maniera sin-
               tetica della strategia politica del libero Comune marinaro di Genova in
               quei centocinquanta anni.
                  Sinteticamente potremmo definire l’azione di Genova una vera realpo-
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