Page 87 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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dall’Italia alle Canarie                                              87



               litik geopolitica. Giova premettere anzitutto che l’arco temporale che va
               dal VI al X sec. d.C. è stato quello delle grandi invasioni barbariche: dalla
               prima ondata rappresentata da Vandali, Visigoti e Ostrogoti, alla secon-
               da ondata con i Longobardi e i Saraceni musulmani, fino all’ultima, terza
               ondata con Avari, Ungari e altri Slavi. In questi cinquecento anni l’unica
               salvezza (per la propria vita, quella dei propri familiari nonché per i propri
               beni) era quella di emigrare dalle città alle campagne, lontano dalle strade
               di passaggio delle orde barbariche, possibilmente in cima a quei promon-
               tori e lingue di terra di cui è ricca la Liguria: sicuro rifugio da quegli as-
               salitori nomadi che i Greci definivano “barbaroi”, perché non in grado di
               articolare un linguaggio ma di pronunciare soltanto suoni gutturali .
                  Rifugio che era garantito e protetto dalle armi del feudatario di zona
               (vassallo, valvassino o valvassore che fosse), ma che in cambio pretende-
               va i gravosi tributi (gabelle), nonché i diritti di pedaggio, di pascatico (di
               pascolo), di boscatico (sia legname che frutti di alberi), il diritto di farsi
               lavorare le proprie terre dai villici “sine precio” (senza corrispondere alcun
               corrispettivo), soprattutto il diritto di successione ai beni dei propri sudditti
               morti senza eredi e il famigerato “ius primae noctis”. Dunque questo si-
               stema porta in sé il germe della propria auto-distruzione: una volta finita
               l’epoca delle grandi invasioni barbariche, sono gli stessi servi della gleba
               a volersi emancipare dal giogo feudale andando nelle città per diventare
               operai salariati, artigiani, bottegai e piccoli mercanti.
                  Da ciò la rinascita delle città dopo il Mille.
                  La “Rinascita” dell XI secolo naturalmente riguardò anche Genova che,
               dal 1056, si costituì come entità autonoma.
                  Qui – dopo questa lunga ma doverosa premessa – ci ricolleghiamo a
               quanto detto in ordine alla genovese realpolitik geopolitica.
                  Il libero Comune, proprio perché tale, poteva incitare i servi della gle-
               ba a liberarsi dei propri feudatari così come, dall’altro lato, poteva invo-
               gliare i feudatari a vendere appunto al detto Comune i propri feudi: non
               dimentichiamo che l’accrescersi dei commerci determinò l’aumento della
               ricchezza, aumento che invogliava gli stessi nobili ad abbandonare i propri
               feudi rurali per trasferirsi nelle città, al fine di partecipare alle speculazioni
               commerciali, apportando anche il proprio capitale; il che creò una sempre
               più grande spirale continua verso l’alto di espansione economica.
                  Una chiave di lettura fondamentale è costituita dalla conoscenza della
               peculiare struttura familiare genovese del tempo, l’albergo, ente di natura
               privata ma riconosciuto dalla legislazione genovese, senza la quale sareb-
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