Page 97 - Lanzarotto Malocello from Italy to the Canary Islands
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dall’Italia alle Canarie                                              97



               flotte e per porre su carta strategie; ed è proprio quel suono delle onde che
               compone raffiche di orizzonti, proprio come innumerevoli affreschi a più
               gradazioni tra mare, cielo e infinito.
                  Si diceva dell’orgoglio. Genova, la quale viene ridimensionata come
               presenza, subito boicotta l’invito di Federico II ad essere presente alla sua
               incoronazione, nel 1220. Questo al contrario di quanto fa Pisa, la rivale di
               sempre, che invece risponderà euforica a quell’invito. Offesa grave all’im-
               peratore, rifiuto palese di sudditanza, di accordarsi alla sottomissione.
                  Federico II opterà allora verso una politica persecutoria nei confronti
               della Dominante a tutto favore della rivale sui mari, Pisa. La stessa azione
               contro Genova, l’imperatore l’oserà lusingando le città padane che mal
               sopportavano l’espansione genovese.
                  Quella grande considerazione di sé che Genova possiede sboccia anco-
               ra una volta quando, nel 1226, Federico II convoca a Cremona una Dieta.
               Tale appuntamento dovrà servire all’imperatore per revocare tutte quelle
               concessioni fatte dal Barbarossa – nonno di Federico II – nella pace di
               Costanza del 1183 in favore dei Comuni d’Italia.
                  Avvistando il pericolo, i Comuni costituiscono a Mantova la seconda
               Lega Lombarda; a quest’ultima non aderirà Genova privilegiando ancora
               una volta quell’idea di neutralità - o, se si vuole, di equidistanza dai con-
               tendenti – tenendo a mente ancora una volta i suoi veri interessi che sono
               eminentemente commerciali, nei mari e nelle terre lontane. Né muterà at-
               teggiamento nel corso della sesta crociata del 1227 nella quale Federico II
               verrà scomunicato dal Pontefice per la sua esitazione a partire. E manterrà
               lo stesso atteggiamento di indifferenza riguardo le richieste dell’Impera-
               tore quando nel 1233 a Ravenna ancora una volta Federico II tenterà di
               ridurre  le  autonomie  comunali;  proprio  in  quell’occasione  l’Imperatore
               chiederà agli ambasciatori genovesi che il Comune rinunci al Podestà mi-
               lanese in quanto quest’ultimo appartiene a città della Lega Lombarda. Al
               deciso rifiuto di Genova di fronte ad una simile richiesta, non tarderanno a
               venire le sanzioni di Federico II e queste si tradurranno in arresti di uomini
               e sequestro di beni genovesi negli angoli anche più riposti dell’Impero.
               Genova risponderà con una azione navale in Siria che risulterà a suo favore
               e che costringerà Federico II a cancellare quelle inopportune sanzioni.
                  Se nell’aria e nello spirito di molti si respira e si afferma quel sentire
               divenuto ormai comune tra chi sposa la causa ghibellina e chi, di contro, è
               per la fazione guelfa, a Genova l’animo non soltanto dei governanti svela
               un aspetto più pratico, si sarebbe tentati di dire “mercantile”, nel senso che
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