Page 151 - Le Arti Marziali nel mondo Militare
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terza Parte
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l’ArmAtA roSSA e le Arti mArziAli
Le arti marziali nella Russia rivoluzionaria prima e in Unione Sovietica poi si
sviluppano quasi esclusivamente in ambito militare. La pratica marziale si diffonde
dapprima nell’Armata Rossa per immaginare successivamente un più generale
adattamento al cittadino sovietico. Non esistendo nell’esercito zarista un sistema
di combattimento corpo a corpo e di difesa personale codificato, uno dei primi
obiettivi del sistema bolscevico sarà proprio la standardizzazione dei diversi metodi
di difesa personale, arte marziale e addestramento militare precedentemente in
uso.
L’assenza di un sistema codificato di combattimento nell’esercito zarista
contraddiceva in realtà una solida tradizione marziale ricca di stili di lotta libera
e di combattimento a pugni nudi simile al Bare-knuckle boxing (il pugilato a mani
nude praticato nell’ex Impero britannico), di cui si ha traccia addirittura nel X
secolo d.C.
A tale carenza provvederà il Sambo (da Samozaschitya Bez Oruzhiya, “difendersi
senza armi”) di cui Vasili Oshchepkov, Viktor Spiridonov e Anatolij Charlampiev
sono riconosciuti padri fondatori. Se i primi due possono essere considerati dei
pionieri, è ufficialmente il terzo a codificare e a dare sistematicità al Sambo, sia
come pratica marziale che come sport da combattimento.
Vasili Oshchepkov nasce nel 1893 nell’Estremo Oriente russo, sull’isola di Sakhalin
contesa al Giappone, una terra di confine in cui influenze russe e orientali si
contaminano. Oshchepkov ben rappresenta tale commistione. Di famiglia povera
alla morte dei genitori è prima accolto in un seminario ortodosso di missionari
che propagano il cristianesimo in Estremo Oriente e in un secondo tempo
direttamente inviato al seminario centrale di Tokyo.
In questa seconda struttura gli studenti adottano uno stile di vita giapponese,
vestono all’orientale, studiano lingua e cultura del Sol Levante e soprattutto il

