Page 156 - Le Arti Marziali nel mondo Militare
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            e agli stili tradizionali di lotta russi. Almeno teoricamente elimina le influenze

            di Judo e Jiujitsu – una scelta sospettata di essere volutamente nazionalista e di

            propaganda – che inevitabilmente rimangono però nella pratica, grazie a quanto
            svolto  in  precedenza  da  Oshchepkov  e  Spiridinov.  Con  Charlampiev  il  Sambo
            diventa un’arte marziale ufficialmente riconosciuta e codificata nel vestiario. È

            funzionale agli interessi del regime sovietico che intende promuovere un sistema

            di lotta in grado di assicurare un’adeguata formazione psicofisica sia all’Armata
            Rossa, e soprattutto ai suoi reparti scelti, sia alle forze di polizia e del KGB.
            Tecnicamente  il  Sambo  associa  discipline  da  combattimento  di  diverse  origini:

            mongola, georgiana, azera e occidentale con tecniche di Judo, lotta libera e lotta

            greco-romana. Si compone di una versione sportiva e di una di autodifesa.
            La versione sportiva è a sua volta articolata in due stili: il primo è la “lotta Sambo”,
            la cui finalità è vincere attraverso una presa di sottomissione realizzata con una

            portata a terra (leva articolare o una compressione prodotta sui tendini o sui nervi)

            oppure attraverso una proiezione e, nel caso in cui non si verifichino queste due
            condizioni, la vittoria è assegnata con un sistema di punteggi che premia le varie
            azioni tecniche del combattimento; il secondo stile, il cosiddetto “Combat Sambo”,

            prevede invece colpi a distanza (pugni, gomitate, ginocchiate e calci) ed è diffuso

            anche nei Paesi occidentali. Il Sambo sportivo è praticato su materassini, gli atleti
            vestono in rosso o in blu per essere facilmente riconosciuti e indossano giacca
            (kurtka), pantaloncini, cintura e scarpette (barzofki).

            Lo scopo della versione di autodifesa è invece la rapida sottomissione, quando

            non addirittura l’eliminazione fisica, dell’avversario. A differenza della versione
            sportiva quella di autodifesa possiede tecniche, come le prese di sottomissione,
            che vengono applicate in piedi, con soffocamenti e leve articolari al collo.
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