Page 7 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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Presentazione
Col. Matteo Paesano
Capo dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa
Presidente della Commissione Italiana di Storia Militare
L’autrice, che da diversi anni compie studi scientifici di storia della musi-
ca, ha condiviso con la CISM, la necessità di un lavoro che raccogliesse
L’ la storia delle Musiche militari in una visione d’insieme, uno studio non
circoscritto all’una o all’altra delle bande, ma che rivelasse la loro comune origine
e tenesse conto dei reciproci influssi. Si apprende, infatti, dalla lettura come le Mu-
siche militari abbiano dato un notevole contributo nelle diverse attività dello spirito
umano: nell’arte, nella società, nell’economia, nell’imprenditoria e nella cultura.
La ricchezza di una copiosa mole di documenti e l’acuta interpretazione critica
dell’autrice hanno spinto lo studio fino ad affrontare, oltre ai contributi dei musici-
sti più celebri, come Donizetti e Mascagni, anche quelli che legano alla musica mi-
litare compositori, musiche e istituti finora poco conosciuti. Parimenti interessanti
sono le pagine dedicate alle sperimentazioni tecnologiche e organologiche, come
la telegrafia musicale, realizzate dalle bande militari a cavallo dei secoli XIX e XX.
Particolarmente rilevante è poi la questione del reclutamento dei musicisti delle
bande militari nell’Ottocento, tema che si lega ad una delle più importanti e meno
conosciute istituzioni pubbliche dell’Italia preunitaria e unitaria: gli orfanotrofi.
Nel Regno delle Due Sicilie infatti gli orchestrali da arruolare nelle bande milita-
ri venivano selezionati negli ospizi per bambini senza famiglia, come soprattutto
l’Orfanotrofio di S. Lorenzo. In una società con un forte tasso di analfabetismo i
futuri musicisti-militari ricevevano un’istruzione anche di cultura generale, che
comprendeva la matematica e il latino. L’Italia unita erediterà quindi una classe di
musicisti istruiti negli orfanotrofi che, richiesti all’estero come “professori” di mu-
sica, a differenza dei tanti emigranti analfabeti che potevano aspirare solo a lavori
umili, costituiranno anche una categoria di emigrazione “qualificata”.
L’ esigenza di uniformità e la conseguente ricerca di norme sulla musica valide
in tutto il nuovo Regno d’Italia -nate nell’ambito delle musiche militari- ha dato
una forte spinta a migliorare il livello artistico anche delle bande civiche e delle
orchestre.
Le bande militari hanno favorito la coesione fra i militari e i civili, promosso
l’istruzione musicale anche nei ceti più emarginati; esse hanno rappresentato nel
corso nel Novecento il popolo italiano anche con tournée in Europa ed in America
e sono state considerate dai nostri emigranti un simbolo dell’Italia.

