Page 59 - STORIE DI FRANCOBOLLI - LE FORZE ARMATE ITALIANE
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violenza armata alt Ognuno rimanga suo posto con compiti at- indecifrabile, di cui aveva già chiesto la ripetizione. Il ge- resa chiesta da Gandin, il mattino del 22. I tedeschi continuarono a fu- Mastrangelo, Abele Ambrosini, Marcello Bonacchi, Antonio Cei, An-
tuali alt Sia mantenuta con ogni mezzo disciplina esemplare alt nerale riunì i suoi comandanti, ma i pareri sull’opportu- cilare sul posto gli italiani catturati, dando seguito a quanto previsto tonio Cianciullo, Carmelo Onorato, Orazio Petruccelli, Armando
Comunicare quanto precede at corrispondenti Comandi tedeschi nità di accettare le richieste tedesche furono discordi. da un ordine trasmesso il 18 settembre dal Comando Supremo della Pica, Mario Romagnoli, Alfredo Sandulli-Mercurio, Antonio Valgoi.
alt Dare assicurazione alt Generale - Vecchiarelli”. Fra gli italiani, specie tra gli ufficiali inferiori andava Wehrmacht, nel quale venne disposto che non dovevano essere fatti
prendendo il sopravvento la decisione di non deporre le prigionieri italiani.
Il giorno seguente però il generale Vecchiarelli ed il Co- armi e di attaccare i tedeschi. La vicenda della Divisione “Acqui” non finì quel tragico 24 settembre.
mando Supremo tedesco della Grecia concordarono che le Il mattino dell’11 Barge sollecitò Gandin a dichiarare ine- Secondo le notizie della Kriegsmarine sulle perdite subite, almeno altri
truppe italiane avrebbero consegnato ai tedeschi le armi quivocabilmente se egli intendesse schierarsi al fianco dei 1300 italiani perirono in mare durante il trasporto da Cefalonia. I
pesanti e le armi automatiche conservando pistole e fucili. tedeschi, combattere contro di essi o cedere senza discu- pochi superstiti rimasti nell'isola aderirono gradualmente alla resi-
Da parte tedesca fu data assicurazione che, successiva- tere le armi, intimandogli di far pervenire una risposta stenza locale.
mente, le truppe italiane sarebbero state rimpatriate. entro le ore 19 dello stesso giorno.
L’ordine di deporre le armi contrastava, in effetti, con le Quando la sera del 12 si diffuse la notizia che Gandin A seguito di questi eventi, vennero decorati con la Medaglia d’Oro
disposizioni del Governo di cessare le ostilità contro gli aveva ordinato la cessione delle armi, un gruppo di uffi- al Valor Militare la Bandiera del Corpo della Guardia di Finanza,
Alleati, il che imponeva al tempo stesso di non cedere le ciali si recò dal generale per comunicargli che non avreb- del 17°, 18° e 317° reggimento fanteria, del 33° reggimento di arti-
armi ai tedeschi. bero eseguito questo ordine. glieria e il I battaglione Motoblindato della Guardia di Finanza, re-
Mentre cercava di risolvere questo dilemma, Gandin re- Gandin, preoccupato anche dal continuo afflusso sul- parto immolatosi a fianco delle unità della “Acqui” nella tragica ed
spinse senz’altro la proposta avanzata da alcuni ufficiali l’isola di rinforzi tedeschi, informò il Comando Superiore eroica resistenza, battendosi in condizioni disperate ed immolan-
di passare dalla parte dei tedeschi. Contemporaneamente tedesco che non avrebbe ulteriormente trattato se non con dosi alla Patria.
iniziò l’attività di alcuni ufficiali volta a incitare gli italiani ufficiali del suo stesso grado. Oltre al comandante di divisione, il generale Gandin vennero deco-
a prendere le armi contro i tedeschi. Il mattino del 13 settembre, le batterie dell’Esercito e della rati con la più alta ricompensa Luigi Gherzi, Giovanni Maltese,
Il mattino successivo, il 10 settembre, il ten. col. Barge, co- Marina aprirono il fuoco su due motozattere tedesche. Achille Olivieri, Primo Cai, Benedetto Ippolito Maffeis, Mario
mandante tedesco, comunicò al gen. Gandin di aver rice- Questi avvenimenti non determinarono però l’inizio delle
- Soldati in un momento di riposo
durante i combattimenti vuto l’ordine di prendere in consegna le armi della operazioni belliche, ma anzi una ripresa delle trattative,
- Targa commorativa per i Caduti di Divisione “Acqui”. Gandin rispose di non aver ricevuto in ancora senza esito di rilievo.
Cefalonia merito disposizioni se non un messaggio, parzialmente
L’ordine del Comando Supremo italiano che aveva ri-
preso a operare a Brindisi, ricevuto la notte del 13 settem-
bre a Cefalonia, indusse comunque il generale italiano ad
orientarsi verso una azione contro i tedeschi: fu così de-
ciso di rompere le trattative e presentare a mezzogiorno
• DATA DI EMISSIONE: 21 giugno 2002
del 14 un ultimatum al Comando tedesco. I tedeschi ri-
• VALORE: € 0,41
sposero nel pomeriggio del 14 con una vasta dimostra-
• TIRATURA: tre milioni e cinquecentomila esemplari
zione aerea. Alle ore 9 del mattino del 15 il generale
• VIGNETTA: raffigura il Monumento nazionale dedicato ai caduti della Divisione Acqui,
Gandin inviò alle sue truppe un messaggio nel quale esor-
scultura realizzata da Mario Salazzari ed eretta a Verona il 23 ottobre 1966, a ricordo
tava ufficiali e soldati a prepararsi alla battaglia. Nel po- dell'eccidio della Divisione Acqui di stanza a Cefalonia, perpetrato nel settembre 1943 dalle
meriggio del 15 due bombardamenti aerei tedeschi su
truppe naziste. Completano il francobollo la leggenda "ECCIDIO DIVISIONE ACQUI",
Argostoli aprirono definitivamente le ostilità.
la scritta “ITALIA" ed il valore "€ 0,41"
La precedente decisione di abbandonare le alture al centro
• BOZZETTISTA: Maria Carmela Perrini
dell'isola assunta da Gandin come segno pacificatore verso
• STAMPA: Officina Carte Valori dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, in rotocalcografia
i tedeschi si trasformò in un cruciale svantaggio tattico, in
• COLORI: quadricromia
quanto da quelle alture si sarebbero potuti battere i punti di
• CARTA: fluorescente, non filigranata
sbarco ostacolando notevolmente i rinforzi tedeschi. Ciono-
• FORMATO CARTA: 30 x 40 mm
nostante, le truppe italiane si batterono tenacemente, con-
• FORMATO STAMPA: 26 x 36 mm
tendendo per una settimana il terreno ai tedeschi. Dal 16 al 1/4
• DENTELLATURA: 13 x 14
21 settembre la resistenza fu accanita, soprattutto da parte • FOGLIO: cinquanta esemplari
del 33º Reggimento di artiglieria e delle batterie costiere
della Regia Marina, fino a quando non vennero a mancare
le munizioni.
I tedeschi, inferociti dalla strenua resistenza italiana,
trucidarono sul posto numerosi ufficiali e soldati caduti
nelle loro mani dopo la conclusione degli scontri. I
combattimenti proseguirono anche successivamente alla
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