Page 164 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
P. 164

162                LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934




            ANTONIO CIAMARRA

            Napoli, 1891 – Roma, 1967

            Seguendo la tradizione familiare, si laureò in Legge e conseguì poi l’abilitazione alla professione forense. Nel 1914, chiamato
            alle armi fu assegnato al 1° Reggimento Bersaglieri; alla dichiarazione di guerra all’Austria-Ungheria fu ammesso al corso
            per allievi ufficiali e nel settembre 1917 nominato aspirante nel 3° Reggimento Alpini del Battaglione Moncenisio, schierato
            sul Montello. Dopo Caporetto, Ciamarra con la 102^ Compagnia ripiegò, nel corso della battaglia d’arresto, a Bassano Veneto,
            per essere poi avviato prima sul Grappa e poi, nella notte del 27 novembre, verso Monte Tomba. Qui la sua unità prese po-
            sizione a poche centinaia di metri dalla vetta occupata dalle truppe austro-tedesche. Nelle prime ore del 28 novembre, il Bat-
            taglione si lanciò all’attacco delle posizioni nemiche e Ciamarra, veduto cadere il comandante della Compagnia, ne assunse
            senza esitazione il comando e guidò i suoi all’offensiva. Gravemente ferito da una pallottola esplosiva, continuò a incitare i
            compagni con le parole e con l’esempio. Gli alpini riuscirono così a occupare temporaneamente la vetta del Monte Tomba,
            ma furono poi costretti a ritirarsi. Trasportato in ospedale per le gravi lesioni riportate subì l’amputazione del braccio ferito.
            Per questa sua azione fu decorato con la Medaglia d’Oro.
            Nel settembre del 1919 fu collocato in congedo assoluto con il grado di tenente per inabilità permanente. Iscritto nel ruolo
            speciale, raggiunse il grado di tenente colonnello e riprese la professione forense occupandosi anche dei problemi dei reduci.
            Rappresentò l’Italia nel Comitato interalleato per lo studio dei problemi riguardanti invalidi di guerra, diresse la sezione
            sociale dell’Opera Nazionale Combattenti sin dalla sua istituzione e fu presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al valor militare
            dal 1945 fino alla sua morte.


            MONTE TOMBA, 28 NOVEMBRE 1917, LA BATTAGLIA D’ARRESTO


            La lotta fu disperata e senza quartiere

            Furono giorni decisivi per le sorti della guerra: l’arretramento delle truppe italiane sulla linea difensiva del Monte Grappa e
            del fiume Piave aveva reso la dorsale del Monte Tomba un avamposto che doveva essere difeso a ogni costo. Così il 27 no-
            vembre i comandi trasferirono il Battaglione Moncenisio dal Montello ai piedi del Monte Tomba per conquistarne la cima
            tenuta saldamente dagli austriaci. La 102^ Compagnia del Moncenisio attaccò nella notte il presidio nemico sulla cresta del
            monte. Durante le prime fasi dell’azione il capitano Vitelli cadde ferito a morte e l’unità rimase senza guida. Antonio Ciamarra
            ne assunse prontamente il comando e, benché gravemente ferito a sua volta al braccio destro da una pallottola esplosiva, ri-
            mase al suo posto in testa ai suoi uomini. Riuscì a intravedere, grazie al chiarore lunare, un varco tra le linee nemiche e in
            quel punto si lanciò seguito dai suoi. Dopo un iniziale successo, l’attacco degli alpini fu arrestato dall’intenso fuoco delle mi-
            tragliatrici degli Jaeger. Il valoroso aspirante ufficiale Ciamarra fu trasportato in un ospedaletto da campo dove subì l’ampu-
            tazione dell’arto ferito. Con questo combattimento si chiuse la prima fase della battaglia d’arresto sul Massiccio del Grappa.
   159   160   161   162   163   164   165   166   167   168   169