Page 166 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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164 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
CARLO EDERLE
Verona, 1892 – Zenson di Piave, 4 dicembre 1917
Nato in una famiglia di radicati sentimenti religiosi, frequentò a Verona il ginnasio presso la congregazione delle Sacre Stim-
mate di Nostro Signore Gesù Cristo, poi si diplomò al Liceo Scipione Maffei della sua città. Terminati gli studi si iscrisse alla
facoltà di Ingegneria di Padova, che abbandonò poco dopo per frequentare la Regia Accademia Militare a Torino, da cui uscì
nel 1912, primo in graduatoria, con il grado di sottotenente. L’anno successivo il giovane Ederle fu nominato tenente e as-
segnato all’ 8° Reggimento di artiglieria da campagna. In questo ruolo approfondì le sue competenze balistiche e tecniche
pubblicando approfonditi studi sull’evoluzione dell’arma dotta contemporanea. Con l’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra,
Ederle fu inviato dapprima in Cadore e poi sul Carso esponendosi sempre in prima linea sia per perfezionare la direzione
del tiro delle batterie italiane sia per fornire ai comandi informazioni utili su quelle austro-ungariche. Per questo impegno e
per la passione con cui sulla linea del fuoco raccoglieva tra i combattenti le informazioni per rendere più efficace il puntamento
delle armi, fu nominato al vertice degli osservatori della 3^ Armata. Nel 1916, durante queste sue ricognizioni che contri-
buirono alla riuscita delle operazioni, nella zona del monte Pecinka sovrastante il fiume Vipacco, fu ferito due volte e per la
sua costante dedizione ebbe il riconoscimento di tre Medaglie d’Argento al valor militare. Il 2 febbraio 1917 il generale
Robert Nivelle, all’epoca comandante in capo dell’esercito transalpino, lo fregiò con la Croce di Guerra francese. Nel corso
della ritirata di Caporetto ebbe un ruolo di rilievo nel predisporre il ripiegamento dell’artiglieria della 3^ Armata prima sul
Tagliamento e poi sul Piave. Il mattino del 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, il giovane artigliere, mentre era impegnato
a rilevare i dati per l’organizzazione di un nuovo osservatorio avanzato, fu ucciso a Zenson da un proiettile di mitragliatrice
che lo colpì alla gola. Il 20 gennaio 1918 il re Vittorio Emanuele III Motu proprio gli assegnava la Medaglia d’Oro al valor mi-
litare. L’Università di Padova, nello stesso anno, gli conferì la laurea ad honorem in ingegneria.
ZENSON DI PIAVE, NOVEMBRE - DICEMBRE 1917, LA BATTAGLIA D’ARRESTO
Sul Piave con i ragazzi del Novantanove
Il giovane Ederle si mise in luce, oltreché per i gesti di grande coraggio, anche per le eccellenti doti come guida del gruppo
di osservatori che dirigevano il tiro dell’artiglieria della 3^ Armata, tanto da meritare la promozione a maggiore per meriti di
guerra e ben tre Medaglie d’Argento e una Medaglia d’Oro. Il 12 novembre unità nemiche riuscirono a raggiungere la riva
destra del Piave all’altezza di Zenson e a consolidare la posizione. A questa prima azione seguì il 16 novembre un poderoso
attacco austro-ungarico che si inquadrava in un piano di ampie proporzioni in concomitanza con l’offensiva sugli Altipiani
e sul Grappa, per passare in forze il fiume e poi procedere verso Treviso. La controffensiva italiana delle truppe della 3^ Ar-
mata, in cui svolse un ruolo di rilievo l’azione dell’artiglieria e dove combatterono anche i ragazzi del Novantanove, sventò il
piano, e i tentativi di valicare in massa il fiume non si verificarono più. Il 4 dicembre reparti italiani cercarono di ricacciare,
senza successo, le truppe austriache dall’ansa di Zenson, preceduti da un intenso fuoco di sbarramento che, sussidiato da
mine galleggianti, fece saltare le passerelle costruite dal nemico sul fiume. In questo tentativo cadde colpito a morte Carlo
Ederle, mentre raccoglieva dati per fornire informazioni più efficaci per le batterie italiane. L’ansa di Zenson, poche settimane
più tardi, fu rioccupata dalle forze italiane il 1° gennaio 1918.