Page 226 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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224 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
INGRESSO DI VITTORIO EMANUELE A VITTORIO
VITTORIO, 30 OTTOBRE 1918, LA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO
Liberarsi dell’Austria vuol dire, in ogni tempo, fare un Quarantotto!
La guerra non era ancora conclusa e le truppe italiane, che avevano superato le vorticose acque del Piave su ponti improvvisati
e a volte su vere e proprie instabili passerelle, incalzavano le retroguardie dell’esercito austro–ungarico in fuga, spingendolo
sempre più a est. Nella loro avanzata liberavano piccoli centri rurali del trevigiano, e ridavano vita e speranza anche a casolari
isolati. Conegliano fu la prima cittadina di significative dimensioni in cui erano entrati i reparti di assalto all’alba del 29
ottobre. Il giorno successivo fu la volta di Vittorio, meta strategica dell’Esercito Italiano che diede il nome all’ultima offensiva
della guerra. La città posta al limite della pianura e vicino alle montagne, accolse i soldati dell’8^ Armata del generale Enrico
Caviglia e poche ore dopo lo stesso re Vittorio Emanuele III. Quella sera stessa fu celebrata nella cattedrale Santa Maria As-
sunta un Te Deum di ringraziamento alla presenza del sovrano, officiato dal vescovo di Vittorio e da monsignor Angelo Bar-
tolomasi, Ordinario Militare. L’ingresso del sovrano assumeva in quel momento un valore simbolico straordinario. La città
di Vittorio era nata nel 1866 dall’unione dei due comuni Ceneda e Serravalle al termine della 3^ Guerra d’Indipendenza in
onore di Vittorio Emanuele II che aveva riunito il Veneto all’Italia. Ora, dopo più di mezzo secolo da quell’ingresso trionfale,
era il nipote del Padre della Patria che liberava per la seconda volta la regione dall’Austria.