Page 60 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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58 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
COSTE DELL’ALBANIA, DICEMBRE 1915 - FEBBRAIO 1916
La Dunkerque adriatica
Nell’ottobre 1915 l’esercito serbo, incalzato, circondato e travolto dalle truppe austro-ungariche, tedesche e bulgare fu co-
stretto ad abbandonare il territorio nazionale e a cercare salvezza verso la costa dell’Albania controllata dagli italiani. Si ri-
versarono così sui porti di Durazzo e di San Giovanni di Medua circa centosessantamila persone tra militari, profughi civili
e prigionieri austro-ungarici catturati nei precedenti combattimenti. Scattò allora la straordinaria operazione di salvataggio
dell’esercito di Pietro I Karageorgevich, definita poi dagli storici come la Dunkerque adriatica, che si protrasse dal dicembre
1915 al febbraio 1916. L’azione impegnò principalmente unità della Regia Marina oltre a navi inglesi e francesi. Il coordina-
mento dell’impresa di sostegno all’esercito e alla popolazione serba fu affidato a Luigi Amedeo di Savoia Aosta, duca degli
Abruzzi, e al viceammiraglio Emanuele Cutinelli Rendina: le unità navali impiegate furono complessivamente 45 italiane,
22 francesi e 11 inglesi. Gli italiani avevano organizzato in Albania a Valona e a Durazzo campi di raccolta con alloggi e
presìdi sanitari dove sostavano i profughi prima di essere imbarcati su mercantili, scortati da navi militari, che facevano la
spola con il porto di Brindisi e l’isola di Corfù. Oltre ai militari furono condotti sulla costa pugliese circa ventimila prigionieri
austriaci trasferiti poi sull’isola dell’Asinara. L’iniziativa, nata con propositi umanitari, assunse anche ben precisi obiettivi po-
litici e militari: i resti dell’esercito serbo trasportati, oltre che in Italia, a Corfù e a Marsiglia, furono poi riordinati in sei
divisioni di fanteria e una di cavalleria per prendere parte alle successive operazioni nei Balcani. In quell’occasione anche i
sovrani delle nazioni invase trovarono ospitalità in Italia: il sovrano di Serbia fu accolto nella Reggia di Caserta dove, sempre
come alleato dell’Intesa, aspettò la sconfitta dell’Austria-Ungheria per rientrare a Belgrado. Nicola I di Montenegro, suocero
di Vittorio Emanuele III, si trattenne a Brindisi per un breve periodo prima di recarsi in Francia.