Page 64 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            ITALO LUNELLI

            Trento, 1891 – Roma, 1960

            Nato a Trento, cresciuto in una famiglia di dichiarati sentimenti irredentisti – il suo nome di battesimo ne era la prova più
            evidente – allo scoppio della guerra varcò il confine e si recò a Roma dove prese parte attiva alle manifestazioni a favore del-
            l’intervento dell’Italia. Arruolatosi con il nome di guerra Raffaele Da Basso, dopo il corso di istruzione militare fu assegnato
            come aspirante al 7° Reggimento Alpini. Nel gennaio 1916 ebbe un ruolo fondamentale nell’azione che portò le penne nere
            alla spettacolare conquista del Passo della Sentinella nelle Dolomiti di Sesto e per questa impresa fu decorato con la Medaglia
            d’Oro. Lunelli confermò le sue straordinarie doti di comandante e di combattente durante la ritirata di Caporetto quando
            difese strenuamente con soli quindici uomini la posizione di Monte Fontanel per rallentare l’avanzata delle truppe austro-
            tedesche. La sua determinata e valorosa condotta fu premiata con la Medaglia d’Argento. Una volta congedato, fervente so-
            stenitore degli ideali irredentisti, non accettò le condizioni di pace che parvero a lui come a molti altri oltraggiose. Entrò a
            far parte della Legione Trentina e il 12 settembre 1919 raggiunse D’Annunzio a Fiume, dove rimase fino alla conclusione
            dell’impresa. Tornato a Roma, laureatosi in Lettere e poi in Giurisprudenza a Bologna, si iscrisse nel 1923 al Partito Nazionale
            Fascista nelle cui file fu eletto deputato e rimase in Parlamento fino al 1943. Assunse poi nel corso di quegli anni vari incarichi
            e nomine che lo portarono sempre ad avere un ruolo di rilievo nelle istituzioni locali. Fu segretario federale del Partito Na-
            zionale Fascista della provincia di Trento, podestà di Rovereto, direttore della Biblioteca civica di Trento e presidente del
            Comitato trentino per la storia del Risorgimento italiano. Strinse relazioni amicali con gli artisti della regione, tra cui Fortunato
            Depero. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, a cinquant’anni, Lunelli fu inviato con il grado di maggiore sul fronte
            francese e poi su quello greco albanese. Dopo il conflitto fu condannato a 10 anni per i suoi trascorsi fascisti e, una volta
            amnistiato, si ritirò dalla politica per seguire le iniziative dell’Associazione Nazionale Alpini.




            DOLOMITI DI SESTO, VAL PUSTERIA, 16 APRILE 1916

            La conquista di Cima Undici

            Il nome di Italo Lunelli è legato indissolubilmente a una delle più audaci e straordinarie imprese della guerra d’alta montagna:
            la conquista del Passo della Sentinella nelle Dolomiti di Sesto in Val Pusteria, presidiato dai Landensschützen tirolesi, che segnava
            il confine tra il Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico. Da quella posizione il nemico poteva controllare gli spostamenti
            dei nostri militari da Santo Stefano di Cadore al Passo Monte Croce e diventava perciò indispensabile prenderne possesso.
            Dal 30 gennaio ai primi giorni di aprile 1916 Italo Lunelli con gli alpini del 7° Reggimento al comando del capitano Giovanni
            Sala costruirono, di notte e in pieno inverno senza che gli austriaci se ne accorgessero, posti di bivacco per uomini, depositi
            di armi, di viveri e di materiali, realizzarono percorsi attrezzati con scale e corde lungo le impervie pareti delle montagne,
            occuparono Cima Undici e tutta la giogaia sovrastante l’obiettivo dell’attacco. Il 16 aprile fu il giorno stabilito per l’azione:
            Lunelli, con due plotoni di rocciatori scelti, dopo una difficile scalata, si posizionò sul Pianoro del Dito a picco sul passo, gli
            altri reparti furono schierati su Cima Undici e lungo il Vallon Popera: i difensori austroungarici del Passo della Sentinella fu-
            rono così chiusi in una morsa e, dopo un breve conflitto a fuoco, sventolando un cencio bianco, si arresero. In suo onore
            un tratto delle Dolomiti di Sesto fu chiamato con il suo nome di guerra Da Basso.
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