Page 68 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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66 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
CARLO STUPARICH
Trieste, 3 agosto 1894 – Monte Cengio, Altopiano di Asiago, 30 maggio 1916
Carlo Stuparich frequentò le scuole nella sua città natale, ma a diciannove anni si trasferì a Firenze dove si trovavano già il
fratello Giani e l’amico Scipio Slataper per cercare un più vivo e profondo contatto con la realtà e la cultura italiana. Appas-
sionato di letteratura, si iscrisse all’Istituto di Studi Superiori, predecessore dell’Università degli Studi, e iniziò la collaborazione
alla rivista La Voce di Giuseppe Prezzolini, condividendo le posizioni ideali di quell’ambiente intellettuale. Allo scoppio del
conflitto si arruolò come volontario, irredento, col nome di guerra Sartori, ufficiale nel 1° Reggimento Granatieri di Sardegna.
Combatté in un primo momento sul Carso nei pressi di Monfalcone, nelle immediate vicinanze della sua città natale. Dopo
due mesi, fu inviato a Vicenza come ufficiale istruttore dei richiamati, un’incombenza a lui del tutto sgradita. Così chiese e
ottenne di tornare sulla linea del fuoco a Oslavia e sul Monte Sabotino con il suo antico Reggimento. Successivamente, nel
maggio 1916, la Brigata Granatieri di Sardegna fu inviata in Trentino per arginare l’irruzione austriaca della Strefexpedition. Nel
combattimento del 30 maggio sul Monte Cengio Carlo Stuparich, dopo un’accanita resistenza, si trovò circondato nella po-
sizione che doveva difendere a oltranza. Rimasto solo, preferì uccidersi piuttosto che cadere prigioniero.
MONTE CENGIO, ALTOPIANO DI ASIAGO, 30 MAGGIO 1916, LA STRAFEXPEDITION
Un colpo di pistola per non cadere in mano al nemico
L’offensiva di primavera voluta da Conrad von Hötzendorf era in pieno sviluppo sull’Altopiano di Asiago. Il 27 maggio, la
Brigata Granatieri di Sardegna si schierò lungo la linea di difesa Punta Corbin - Monte Cengio e contro questo caposaldo si in-
tensificarono gli assalti delle unità austro-ungariche. Dopo aspri combattimenti, al mattino del 29 maggio le truppe della
28^ Divisione austro-ungarica riuscirono a rompere una parte dello schieramento difensivo e a sera era stato occupato Forte
Corbin, un caposaldo edificato per sbarrare la Val d’Astico. Quel giorno il sottotenente Stuparich, al comando di un plotone
del 1° Reggimento Granatieri, rimase isolato in prossimità del Forte Corbin, ormai in mano nemica. Il giorno successivo
tentò con i suoi uomini una disperata controffensiva, ma dopo un lungo combattimento il suo plotone fu completamente
annientato. Per non cadere vivo nelle mani del nemico, si diede la morte con un colpo di pistola.