Page 66 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
P. 66
64 LA RAPPRESENTAZIONE DELLA GRANDE GUERRA NEL CONCORSO DELLA REGINA ELENA DEL 1934
FEDERICO MOROZZO DELLA ROCCA
Palermo, 1878 – Roma, 1971
Appartenente a un casato piemontese di solide e antiche tradizioni militari, seguì le orme della famiglia frequentando il Col-
legio Militare di Roma e poi la Regia Accademia di Modena. Nel 1912 con il grado di tenente del 2° Reggimento Granatieri
partì per la Tripolitania e, promosso capitano, al comando della 2^ Compagnia prese parte a numerosi combattimenti, mo-
strando da subito il suo valore e la sua preparazione. Con lo scoppio della guerra nel maggio 1915 fu con il 1° Reggimento
Granatieri schierato sul fronte del Basso Isonzo e sulle alture di Monfalcone. Nel corso di un combattimento condusse sulla
linea del fuoco, sotto un intenso bombardamento, la propria Compagnia; fu ferito e per la sua azione ebbe la Medaglia di
Bronzo. Nel maggio 1916, durante l’offensiva austriaca nel Trentino, Morozzo combatté con la Brigata Granatieri di Sardegna
sull’Altopiano di Asiago e poi sul Monte Cengio, divenuto l’ultimo caposaldo della difesa della pianura veneta. Dopo lunghi
giorni di resistenza, Morozzo e i suoi uomini, isolati e privi di rifornimenti, furono costretti ad arrendersi. Al prode capitano
fu assegnata la Medaglia d’Oro al valor militare. Tornato in Italia dopo diciannove mesi di prigionia, divenne aiutante di
campo effettivo di Vittorio Emanuele III per quattro anni. Promosso colonnello nel 1927, ebbe per un triennio il comando
del 1° Reggimento della Brigata Granatieri di Sardegna. Nel 1935 prese parte alla guerra di Etiopia con il grado di generale di
Brigata al comando di un’unità eritrea. Nel secondo dopoguerra fu nominato, nel 1962, presidente dell’Associazione Nazio-
nale Granatieri di Sardegna.
MONTE CENGIO, ALTOPIANO DI ASIAGO, 28 MAGGIO - 3 GIUGNO 1916, LA STRAFEXPEDITION
Il Salto del Granatiere: memoria di una tragica lotta
La difesa del Monte Cengio sull’Altopiano di Asiago da parte dei Granatieri di Sardegna guidati da Morozzo della Rocca
resta nelle memorie di guerra come uno degli episodi più eroici. Quel monte rappresentava l’ultimo bastione per proteggere
la pianura veneta dall’occupazione nemica. Il 30 maggio l’attacco fu respinto dai prodi granatieri del 4° Battaglione del 1°
Reggimento, ma gli austro-ungarici riuscirono comunque ad accerchiare la posizione tenuta dal valoroso capitano e dai suoi
uomini. Furono tre giorni di durissimi scontri, di violenti contrattacchi alla baionetta, di lotte corpo a corpo che spesso fi-
nivano tragicamente con la caduta a precipizio dei contendenti ancora avvinghiati dal dirupo sul fondo della Val d’Astico.
La località da allora si chiama Salto del Granatiere. Morozzo e i suoi uomini, senza più munizioni né cibo, furono costretti a
capitolare.