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1 Sessione - Il tributo di sangue 105
Fondamentale il libro di Stefania Bartoloni sulle infermiere (Italiane alla guerra.
L’assistenza ai feriti 1915-1918 del 2003). Nel 2014 Augusta Molinari pubblicò
un saggio sulla mobilitazione femminile nella Grande Guerra (Una patria per le
italiane) che già nel titolo esplicitava il senso di un impegno mirato a sentirsi cit-
tadine. Era una novità perché fino ad allora era stata soprattutto l’opposizione
alla guerra delle donne dei ceti subalterni ad essere oggetto di studio. All’estero
da decenni si studiava la mobilitazione femminile mentre sulla storiografia italia-
na pesava un pregiudizio ideologico legato ad una presunta ‘naturale’ estraneità
del genere femminile alla guerra che ingigantiva i movimenti pacifisti e ignorava
tutto l’interventismo democratico. Nel 2015 uscì il lavoro di Emma Schiavon (In-
terventiste nella grande guerra) che illuminò la fitta rete delle associazioni femministe,
il cui studio è fondamentale anche per la nascita dello stato di welfare. In quello
stesso anno furono organizzati due importanti convegni nazionali sul contributo
femminile alla guerra, uno curato da Stefania Bartoloni (La Grande Guerra delle
italiane) e l’altro focalizzato sull’area veneta (Donne dentro la guerra. Il primo conflitto
mondiale in area veneta) a cura di Nadia Maria Filippini, nei quali sono presenti
alcuni dei nomi principali che hanno segnato l’evoluzione della ricerca e dato
corpo al caso italiano. Se appare di grande interesse il fatto che il centenario della
guerra 1915-1918 abbia spinto tante studiose e studiosi ad affrontare finalmente
questioni e temi fino ad allora trascurati per una serie di pregiudiziali ideologiche,
appare altrettanto interessante che lo Stato Maggiore della Difesa abbia voluto
dedicare al ruolo delle donne nel conflitto il suo convegno annuale nel 2015 (Le
donne nel primo conflitto mondiale dalle linee avanzate al fronte interno: la grande guerra delle
italiane). Nel 2018 ancora Emma Schiavon ha pubblicato un libro nel quale ha
tratteggiato la presenza femminile in tutte le sue sfaccettature: dalle contadine
alle insegnanti, dalle prostitute alle madrine di guerra, dalle profughe alle vedove
(Dentro la guerra). Questa sintetica rassegna di studi non ha nessuna pretesa di
completezza ma indica senza alcun dubbio la rimozione di annose pregiudiziali e
dunque l’apertura di un nuovo filone di studi sulle donne.