Page 102 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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100 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
Con l’avallo della giurisprudenza si passò però dal diritto alla discrezionalità
come criterio di applicazione della legge Sacchi, complici anche la crisi econo-
mica e le proteste dei reduci. Continuarono a essere banditi concorsi di insegna-
mento per le scuole medie preclusi alle donne, si lasciò grande discrezionalità alle
Amministrazioni in tema di assunzioni e permanenza nei ruoli per il personale
femminile, insomma si svuotò di significato la legge Sacchi, che fu definitiva-
mente stravolta dal Regio Decreto n.228 del 5 settembre 1938, che precisava che
le donne non potevano essere più del 10% del personale impiegatizio e stabiliva
una serie di esclusioni per il lavoro femminile, rinviando a un regolamento che
avrebbe dovuto enumerare le occupazioni più adatte alle donne, capovolgendo
in tal modo la ratio della legge Sacchi.
L’Italia legiferò molto dopo il Regno Unito che si era mostrato più aperto e
caratterizzato dalla presenza di un movimento delle donne più forte e ascoltato.
Fin dagli anni Cinquanta dell’Ottocento, infatti, c’era stata una mobilitazione
contro la legge che limitava la disponibilità dei propri guadagni, delle finanze
e delle proprietà per le donne sposate, che aveva portato nel 1870 al riconosci-
mento per le salariate, di disporre liberamente di quanto percepito col proprio
lavoro. Successivamente, nel 1882, il Married Women’s Property Act stabilì l’auto-
nomia della donna sposata in tema di gestione del proprio patrimonio e la stessa
responsabilità del padre e della madre verso i figli.
Per quanto riguarda la Germania, l’eliminazione dell’autorizzazione marita-
le dal Bürgerliches Gesetzbuch (BGB) avvenne nel 1900, mentre in Francia le cose
furono complicate al pari dell’Italia, nonostante la presenza di un movimento
femminista assai vivace e articolato. Solo nel 1938 fu abolito l’art. 213, che fissa-
va l’obbligo di obbedienza al marito, e fu riformato l’art. 215 sancendo la piena
capacità della moglie, anche se il marito continuava a gestire i beni comuni e
restava il capo della famiglia. Solo con la legge del luglio 1965 fu stabilita la piena
capacità della donna sposata e il principio dell’uguaglianza tra i coniugi. In Italia
bisognerà attendere il 1975 e la legge sul nuovo diritto di famiglia per raggiunge-
re gli stessi risultati.
Aspettative, attacchi e disillusioni
Molte delle donne attive nel fronte interno avevano rimosso prima e durante
le fasi iniziali della guerra ogni rivendicazione di ‘genere’. Se ne ricominciò a par-
lare riflettendo sui diritti che avrebbero perso le ex cittadine austriache dei terri-