Page 101 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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          1  Sessione - Il tributo di sangue                                      99



          soldati caduti , i quali lasciarono orfane e vedove nella necessità di provvedere a se
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          stesse. Fu calcolato, tra l’altro, che molte giovani non avrebbero potuto costruirsi
          una famiglia per la strage di uomini e anche a loro il legislatore guardò. Tuttavia, la
          legge Sacchi fu anche l’unico provvedimento che le donne riuscirono ad ottenere
          tra le tante richieste avanzate fin dal 1861. Un po’ poco rispetto alle aspettative. 28
              Si possono dunque immaginare l’entusiasmo e le aspettative che la legge Sac-
          chi produsse tra le donne, le quali vedevano finalmente riconosciuto il loro essere
          cittadine attraverso il pieno accesso al mondo del lavoro: professioni, università,
          dirigenza nella scuola, nei musei e nelle biblioteche, nei ruoli importanti dello
          Stato e via dicendo. Certo, mancava ancora il diritto di voto ma in Parlamento vi
          erano progetti in discussione e anche quest’altra annosa richiesta sembrava poter
          giungere in porto. Bastarono però sei mesi, il tempo di varare il regolamento
          attuativo della legge (r.d. 4 gennaio 1920, n. 39), che stabiliva le limitazioni all’art.
          7 della legge Sacchi, per procurare un’ondata di delusione e di rabbia femminile,
          perché l’elenco delle esclusioni era molto lungo.
              Le donne potevano adesso svolgere le professioni liberali e diventare per
          esempio avvocate o notaie, ma erano loro interdette tutte le carriere direttive.
          Non potevano accedere alla magistratura, ai ruoli diplomatici, alle prefetture,
          al Consiglio di Stato (neanche come personale di segreteria). Un parere dello
          stesso Consiglio di Stato riconobbe inoltre alle amministrazioni statali il potere
          di stabilire ulteriori casi di esclusione se si riteneva «necessario o utile o anche
          conveniente». Si creava così una distinzione tra ‘piena eguaglianza di diritto’ e
          ‘inattitudine concreta’ delle donne, forse in risposta alla reazione scomposta di
          una burocrazia costituita da soli uomini e violentemente misogina, spaventata
          all’idea dell’ingresso delle donne nell’amministrazione pubblica.
              In ogni caso la legge con cui si eliminò l’autorizzazione maritale è stato il
          provvedimento che ha maggiormente inciso sull’ordinamento civile e sui costu-
          mi del tempo e il giurista Paolo Ungari la definì «la sola grande legge riformatrice
          dell’età liberale». 29



          27   In realtà non sappiamo quanti furono realmente i caduti in guerra e le cifre oscillano tra
              560.000 e 650.000.
          28   ISASTIA ANNA MARIA, Le donne nel primo dopoguerra: luci e ombre, in Il 1919. Un’Italia vitto-
              riosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive, Congresso di studi storici
              internazionali SMD Roma, 11 novembre 2019, Roma 2020, pp. 119-131.
          29   UNGARI PAOLO, Storia del diritto di famiglia in Italia (1796-1942), il Mulino Bologna 1974, p. 187.
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