Page 103 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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          tori che l’Italia rivendicava, dal momento che la legislazione italiana era molto più
          arretrata rispetto a quella asburgica. A novembre 1916 a Roma fu organizzato un
          Convegno nazionale della Federazione pro suffragio che pose il problema della
          possibile diminuzione dei diritti delle donne ‘irredente’ che dal 1811 erano libere
          dai vincoli dell’autorizzazione maritale e avevano il diritto di voto nelle elezioni
          amministrative. Con l’inizio del 1917 ci fu una ripresa generalizzata dell’attivi-
          tà suffragista con uno sguardo ai risultati ottenuti dalle suffragiste inglesi dopo
          lunghi anni di impegno e dalle russe dopo la rivoluzione di febbraio. Ad aprile il
          deputato Arturo Labriola presentò una interpellanza parlamentare che chiedeva
          di estendere il suffragio politico a tutti gli uomini e a quelle donne che avessero
          particolari capacità e benemerenze. La reazione fu immediata e vivace in nome
          di tutto quanto le donne stavano facendo, rivendicando la funzione di ‘fronte
          interno’ esercitata dalle donne in tutte le nazioni in conflitto. A settembre 1917
          fu convocato il terzo congresso nazionale pro suffragio femminile che vide l’ade-
          sione di molte associazioni femminili e di importanti uomini politici.
              L’anima del congresso, che si aprì a Roma il 7 ottobre alla presenza di de-
          legazioni di tutti i partiti politici, fu Carla Celesia, i temi trattati furono molti e
          molto importanti. La richiesta del voto politico fu ribadita da Margherita Ancona
          che ricordò che esso era la base dell’emancipazione femminile. Nel suo discorso
          affermò che: “come agli analfabeti fu tenuta sufficiente prova di maturità la cam-
          pagna Libica, noi crediamo che la prova data in questi anni da milioni di nuove
          lavoratrici, amministratrici, tutrici debba essere in Italia e fuori d’Italia garanzia
          di una forza d’animo e di corpo più che bastevole all’esercizio del più elemen-
          tare diritto del cittadino”.  Il congresso si chiuse con la richiesta che alle donne
                                  30
          fosse riconosciuto il diritto di voto “alle stesse condizioni degli uomini” mentre
          Ubaldo Comandini che rappresentava il governo Boselli, nel discorso conclusivo
          sostenne che le donne costituivano ormai un nuovo proletariato che, attraverso
          la guerra, aveva preso coscienza dell’importanza del proprio lavoro e che era as-
          surdo continuare ad escludere dall’esercizio dei suoi diritti fondamentali. 31
              Alla fine di quello stesso mese di ottobre però la rotta di Caporetto provocò
          un terremoto non solo al fronte ma anche all’interno del paese, alla ricerca di




          30   ANCONA M., Il suffragio femminile: stato presente della questione in Italia, relazione al Convegno
              nazionale femminile di Roma 7-9 ottobre 1917, Tip. Azimonti, Milano 1918.
          31   SCHIAVON E., Interventiste cit., p. 260.
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