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1 Sessione - Il tributo di sangue 101
tori che l’Italia rivendicava, dal momento che la legislazione italiana era molto più
arretrata rispetto a quella asburgica. A novembre 1916 a Roma fu organizzato un
Convegno nazionale della Federazione pro suffragio che pose il problema della
possibile diminuzione dei diritti delle donne ‘irredente’ che dal 1811 erano libere
dai vincoli dell’autorizzazione maritale e avevano il diritto di voto nelle elezioni
amministrative. Con l’inizio del 1917 ci fu una ripresa generalizzata dell’attivi-
tà suffragista con uno sguardo ai risultati ottenuti dalle suffragiste inglesi dopo
lunghi anni di impegno e dalle russe dopo la rivoluzione di febbraio. Ad aprile il
deputato Arturo Labriola presentò una interpellanza parlamentare che chiedeva
di estendere il suffragio politico a tutti gli uomini e a quelle donne che avessero
particolari capacità e benemerenze. La reazione fu immediata e vivace in nome
di tutto quanto le donne stavano facendo, rivendicando la funzione di ‘fronte
interno’ esercitata dalle donne in tutte le nazioni in conflitto. A settembre 1917
fu convocato il terzo congresso nazionale pro suffragio femminile che vide l’ade-
sione di molte associazioni femminili e di importanti uomini politici.
L’anima del congresso, che si aprì a Roma il 7 ottobre alla presenza di de-
legazioni di tutti i partiti politici, fu Carla Celesia, i temi trattati furono molti e
molto importanti. La richiesta del voto politico fu ribadita da Margherita Ancona
che ricordò che esso era la base dell’emancipazione femminile. Nel suo discorso
affermò che: “come agli analfabeti fu tenuta sufficiente prova di maturità la cam-
pagna Libica, noi crediamo che la prova data in questi anni da milioni di nuove
lavoratrici, amministratrici, tutrici debba essere in Italia e fuori d’Italia garanzia
di una forza d’animo e di corpo più che bastevole all’esercizio del più elemen-
tare diritto del cittadino”. Il congresso si chiuse con la richiesta che alle donne
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fosse riconosciuto il diritto di voto “alle stesse condizioni degli uomini” mentre
Ubaldo Comandini che rappresentava il governo Boselli, nel discorso conclusivo
sostenne che le donne costituivano ormai un nuovo proletariato che, attraverso
la guerra, aveva preso coscienza dell’importanza del proprio lavoro e che era as-
surdo continuare ad escludere dall’esercizio dei suoi diritti fondamentali. 31
Alla fine di quello stesso mese di ottobre però la rotta di Caporetto provocò
un terremoto non solo al fronte ma anche all’interno del paese, alla ricerca di
30 ANCONA M., Il suffragio femminile: stato presente della questione in Italia, relazione al Convegno
nazionale femminile di Roma 7-9 ottobre 1917, Tip. Azimonti, Milano 1918.
31 SCHIAVON E., Interventiste cit., p. 260.