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200 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
Di certo l’elenco degli uomini richiamati e volontari durante il primo conflitto
mondiale, non si esaurisce con le figure più o meno note. Gli Archivi dell’Uffi-
cio Storico della Marina Militare, custodisce pagine e pagine di documenti, dalle
quali si evince come la Marina nel particolare corso di quel conflitto fu costellata
da tanti “eroismi ignoti”, compiuti dal personale che a vario titolo fu richiamato
o volontario nella Forza Armata.
Per citarne alcuni: pressoché sconosciuta
è, ad esempio, la figura del Capitano di Cor-
vetta Gennaro PAGANO DI MELITO, pro-
veniente dalla Marina Mercantile, richiamato
in servizio nel 1914. Con l’entrata in guerra
dell’Italia fu al comando del mercantile flu-
viale Gianicolo, col quale svolse diverse profi-
cue missioni di spionaggio nello Mar Ionio,
acque minate dalla presenza dei sommergibili
tedeschi, come lo stesso protagonista raccon-
ta nel volume autobiografico “La nave pirata”.
Ma il Comandante PAGANO va ricordato
per le attività a bordo dei MAS, in ruolo anti-
sommergibile, pattugliamento e incursione in
porti avversari. Ufficiale carismatico dei pri-
mi equipaggi dei MAS, il suo nome è legato
al porto di Durazzo, dapprima per le vicende
Capitano di Corvetta (richiamato) dell’evacuazione di quel sorgitore all’inizio del
Pagano Di Melito 1916 e poi per ben cinque incursioni, alcune
delle quali coronate dall’affondamento di unità mercantili nemiche; per le sue im-
prese il Comandante PAGANO ebbe sette ricompense al valore militare: quattro
medaglie d’argento e tre di bronzo, oltre a una promozione per merito di guerra.
Tra i militari di leva imbarcati sui MAS, due furono decorati, nella medesima
circostanza, di medaglia d’oro al valore militare: il fuochista Giuseppe CORRIAS
e il marinaio Francesco ANGELINO, che parteciparono offrendosi volonta-
riamente al tentativo di forzamento del porto di Pola, avvenuto la notte sul 14
maggio 1918, con un “barchino saltatore”, il Grillo, al comando del capitano di
corvetta Mario Pellegrini. In quell’occasione i due volontari coadiuvarono vali-
damente il loro comandante, venendo infine fatti prigionieri; il marinaio ANGE-
LINO, rimasto gravemente ferito, subì in prigionia l’amputazione di un braccio.