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3 Sessione - Il cittadino in armi 205
L’uomo aviatore. Una nuova figura di combattente
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di Gerardo CERVONE
Introduzione
Il mezzo aereo, sin da quel 17
dicembre del 1903, quando i fratelli
Wright a Kitty Hawk, negli Stati Uni-
ti, riuscirono a effettuare quattro bre-
vi voli – il più lungo durò 59 secondi
– su distanze di poche decine di me-
tri, determinò, nel primo ventennio
del Novecento, progressive e sempre
più incisive trasformazioni in diversi
campi, da quello tecnico-ingegneristico a quello normativo, da quello mediale e
comunicativo fino a quello che divenne maggiormente noto, il settore bellico. Fu
artefice, nel complesso di una profonda rivoluzione culturale. 2
La velocità, affascinante e sempre più ricercata grandezza della dimensione
umana, lo spazio, che da bidimensionale divenne tridimensionale non più solo
attraverso lo sguardo che iniziò a staccare dall’orizzonte per essere rivolto verso
l’alto ma anche per la presenza fisica dell’uomo nello spazio azzurro, e il tempo,
infine, che si iniziò a pensare quale elemento “modificabile” ovvero “comprimi-
bile” nella nuova possibilità di rapido spostamento: tutte nuove caratteristiche
che incisero nella complessiva percezione, culturale, ma anche esistenziale, indi-
viduale e collettiva.
Questo, in particolare, trovò ampia diffusione quando, per le esigenze belliche
della Grande Guerra, evento di estrema modernità per gli inizi del Novecento,
l’aeroplano, prima indicato mezzo di nicchia sportiva, si trasformò in strumento
di guerra. La sua immagine e il suo rombo e si diffusero per conoscenza diretta,
1 Capo Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Aeronautica.
2 Si veda, al proposito, Fortunato Minniti, La rivoluzione verticale. Una storia culturale del volo nel
primo Novecento, Donzelli Editore, Roma 2018, p. 86.