Page 209 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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3 Sessione - Il cittadino in armi 207
possibilità di combattere una guerra diversa. L’azione fisica di proporsi, attraver-
so un atto di sottoscrizione, probabilmente, costituì, per molti, il coronamento
di un desiderio, sorto nelle ormai molte occasioni, precedenti allo scoppio della
guerra, in cui ragazzi e adolescenti prossimi soldati poterono conoscere, anche
attraverso i sempre più numerosi raduni e le varie manifestazioni aeree che le
diverse associazioni organizzarono in molte località, accompagnate dal rapido
sviluppo di questo settore economico capace di sponsorizzare questi eventi ma
anche di creare una sempre maggiore comunicazione attorno ad essi:
All’alba del 14 aprile (1909, ndr) dalla via Casilina e dalla via Tuscolana automobili,
carrozzelle, biciclette ed ogni mezzo di trasporto affluivano verso la campagna
romana (parla di Centocelle dell’epoca, ndr): una massa di pubblico, costituita in
maggioranza da sportivi […] ma quel giorno Wright non volò. All’indomani, 15
aprile, ancora una grande folla impaziente e nervosa, ma uguale delusione. 3
Non bastò, chiaramente, una domanda di arruolamento e il fascino di ciò che
si poté vedere o, in alcuni casi, leggere: la passione per il volo non poteva comun-
que essere presa con troppa leggerezza. Alle richieste di diventare un pilota mili-
tare seguirono, necessariamente, le selezioni. Ancora nel 1914, infatti, l’ingegner
Pomilio della Direzione Tecnica dell’Aviazione Militare di Torino, progettista di
apprezzati aeroplani che, nel tempo, aveva imparato a conoscere anche la com-
ponente umana del volo, scrisse:
All’aviatore occorrono non solo eccezionali qualità sportive, ma anche eccezionali
qualità morali e di energia, per poter vincere tutte le debolezze, tutti i tentenna-
menti. […]. I piloti militari, che rappresentano le migliori energie, gli spiriti di
avanguardia dell’esercito, occorre concedere non solo compensi materiali, sibbene
anche quelle soddisfazioni morali che per essi contano forse anche di più. 4
Qualità fisiche e morali alle quali, con l’ingresso dell’Italia nella Grande Guer-
ra, si sarebbe sommato lo stress dell’impiego bellico.
Quanto pensato da Pomilio trovò, proprio durante il conflitto, sia all’inter-
no dell’ambito militare e sia in quello della società civile per quanto concerne
3 Ludovico Calderara e Attilio Marchetti, Mario Calderara. Aviatore e inventore, LoGisma, Firenze
1999, p. 91.
4 Ottorino Pomilio, L’aviazione in Italia, «Rivista mensile del TCI» aprile 1913, pp. 207-211.