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          biltà dell’epoca, ma anche soldati dalle umili origini che, vivendo anche lontano
          dai grandi centri urbani, non avevano mai visto un aeroplano prima dell’ingresso
          dell’Italia in guerra.
              Per identificare i più idonei a vestire gli abiti del nuovo combattente, sotto
          la guida del sacerdote scienziato, per le selezioni venne stilata una scheda dia-
          gnostica quale strumento di analisi di: I. Esame somatico, comprendente lo stato
          generale del candidato, il peso, l’apparato respiratorio, quello cardiovascolare, gli
          organi addominali e genitali, ed altri; II. Esame dell’apparecchio e della funzione visiva,
          visus, rifrazione, visione crepuscolare, campo visivo, accomodamento, visione
          stereoscopica e senso dei colori; III. Esame otorinoiatrico, apparato uditivo, naso e
          laringe; IV. Esame dell’apparato vestibolare; V. Tempi di reazione, visivo e uditivo; VI.
          Tempi di scelta e determinazione; VII. Esame dell’emotività; VIII. Resistenza alle variazioni
          di pressione; I. Esame psichico, velocità di appercezione, estensione di appercezione,
          velocità di comparazione, attenzione.  Da questi parametri derivava la possibile
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          idoneità al pilotaggio.
              Appare evidente come proprio questi primi due momenti, la volontarietà di
          appartenere ad un particolare corpo ovvero combattere una guerra con il nuo-
          vo mezzo aereo e le selezione psicoattitudinale per poter conseguire il brevetto
          di pilota militare, costituirono la base per la formazione di una nuova figura di
          soldato: non più solo coscritto o di carriera, uomini che andavano a comporre
          la componente umana delle Forze Armate, ma già soldati combattenti che impe-
          gnavano le proprie risorse cognitive per decidere di presentare domanda per un
          “nuovo arruolamento”.
              Non più in possesso dell’idoneità medica necessaria per essere inviati sulla
          linea di fuoco, il nuovo soldato doveva passare per una “scelta”: solo chi posse-
          deva determinate caratteristiche psicofisiche e attitudinali sarebbe stato inviato
          presso le scuole di volo per conseguire il brevetto.
              La documentazione afferente gli accertamenti psicoattitudinali che Gemelli
          realizzò nell’apposito centro istituito a Torino non permette di determinare stati-
          stiche sulle quali elaborare verosimili congetture. Lo sfoglio del carteggio esisten-
          te consente comunque di notare come in moltissimi casi l’idoneità fu conseguita
          anche con la presenza di giudizi non particolarmente positivi, come una “de-
          bole” emotività, ovvero con giodizi complessivi nei quali «il quadro che emerge




          8    Cfr. Fabio Caffarena, Dal fango al vento, Einaudi 2010, p. 86 n.27.
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