Page 212 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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210 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
contribuisce a dissolvere l’immagine degli aviatori come perfetti atleti prestati alle
ali della patria, immagine che si affermerà durante e dopo il conflitto». Una evi-
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denza di cui non si terrà affatto conto né all’interno del gruppo sociale militare
né tanto mento, come vedremo, nell’ambito della società civile ove emergerà una
ben precisa dimensione del nuovo combattente alato.
Questo, almeno in parte, derivò dal fatto che quanto tollerato in sede seletti-
va, emerse spesso nella fase addestrativa dove molto elevata divenne la percen-
tuale di allievi esonerati e rimandati ai comandi di provenienza. Anche in questo
caso appare facile comprendere come chi restò presso tali comandi, il veder
ritornare i propri commilitoni respinti, determinò una particolare idealizzazione
di chi invece riuscì nel conseguire il brevetto da pilota.
Un altro modo di diventare “aviatori” era quello di concorrere per il ruolo di
osservatore o mitragliere. Per i primi, che normalmente erano ufficiali inferiori,
era necessaria la padronanza di nervi, una buona vista, la conoscenza della carta
topografica e il peso non superiore ai 70 Kg, mentre per i secondi, solitamente
militari di truppa, oltre al superamento dei relativi corsi di formazione, era richie-
sto un peso non superiore a 65 Kg, solo in casi particolari, 70 Kg. 10
Sempre nello stesso ambito militare, almeno nelle prime fasi della Grande
Guerra emerse anche la contrastante immagine del nuovo combattente come
quella dell’“imboscato”, di colui che trovò rifugio presso le scuole di volo invece
delle trincee: un’immagine non veritiera, a partire dal dato statistico secondo cui
le perdite di aviatori, in addestramento o in combattimento, raggiunse il 15% del
totale, rispetto al valore di circa il 12% delle perdite avute in altri corpi dell’Eser-
cito e, soprattutto, sarà un’immagine di cui gli stessi militari fornirono i contor-
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ni più realistici:
Qua si vola. Ma già lo sai. E qualche volta si muore. Questo non lo sai […] pense-
rai a noi come grassi e grossi imboscati che sono in compagnia per villeggiare. No
qua si muore e, mi accorgo, con una certa facilità […] 12
9 Fabio Caffarena, Dal fango al vento, Einaudi 2010, p. 90.
10 Cfr. Paolo Turchetto, La Grande Guerra sopra le crode, Aeronautica Militare - Ufficio Storico
2014, pp. 118 e 123.
11 Le percentuali sono indicate in L. Straulino, Il primo conflitto mondiale, in «L’Ala d’Italia», no-
vembre-dicembre 1950, p. 47.
12 AUSAM, FaGG, b. 17, f. 17, in F. Caffarena, Dal fango al vento, Einaudi 2010, p. 92.

