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24         Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            Sabotino. Ci sarebbero voluti quindici mesi e decine di migliaia di morti per farli
            arretrare di un passo.

               5. La trasformazione del conflitto in una titanica lotta di attrito, con perdite
            elevatissime da entrambe le parti, segnò – come ovunque, in Europa – la nascita
            di una nuova forma di eroismo, definita da Gualtiero Castellini (1890-1918), in
            una lettera dal fronte del 12 settembre 1915, «una pazienza atroce».


                  Mi piace che si comprenda come l’eroismo umile e diffuso di questa guerra con-
                  sista nella meravigliosa pazienza che hanno soprattutto i miei alpini vivendo mesi
                  e mesi isolati su nella vetta, nella solitudine materiale, nella nostalgia morale, nel
                  pericolo continuo, tutte cose che equivalgono a un attacco alla baionetta. […] Io
                  ho una corrispondenza con un superstite garibaldino dei Mille, un uomo di più di
                  settant’anni, il quale mi scrive spesso lettere veramente mirabili in cui confronta
                  l’eroismo garibaldino dei suoi tempi con la pazienza atroce di queste campagne
                  moderne, e la fama che allora veniva per un atto e l’oscurità che avvolge e terrà
                  avvolti i nostri morti di ora. 7

               Non più eroismo alla luce del sole, dunque, ma «una pazienza atroce» e oscu-
            ra, senza nemmeno la consolazione della gloria per chi si sacrifica e cade per
            la patria. La sorte individuale si confonde in quella comune; il pericolo diventa
            continuo, anonimo, e le vittime non soltanto sono troppe per essere ricordate
            singolarmente, con qualche rara eccezione, ma le circostanze della loro morte
            molto spesso non sono distinguibili dallo sfondo confuso della grande strage.
            Corpi dilaniati di cui non resta nulla, cadaveri semisommersi nel fango, uomini
            abbandonati nella terra di nessuno. In un’altra lettera del 10 settembre 1915 lo
            stesso Castellini aveva usato parole efficacissime per misurare il nuovo orizzonte
            della guerra industriale:


                  Ah, la guerra moderna! Guerra di metri di conquista, di tempo e di milioni di uo-
                  mini… Non è più un episodio della vita, ma il destino di una generazione. 8





            7    Castellini, Gualtiero, Lettere (1915-1918), Milano, Treves, 1921, p. 55. Gualtiero Castellini
               (1890-1918), nazionalista e interventista, combatté con valore tra gli alpini, raggiungendo
               il grado di capitano. Distintosi durante la ritirata di Caporetto, venne aggregato al corpo di
               spedizione italiano in Francia; morì di polmonite a Saint-Imoges il 15 giugno 1918.
            8    Ibid., p. 53.
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