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Introduzione e apertura dei lavori 23
ecc.). Ma, viceversa, bisognerà subordinare la durata dell’azione alla giudiziosa
attuazione di tutti gli atti – nessuno escluso – che concorrono al suo metodico e
razionale svolgimento. 5
Metodo, razionalità: proviamo a immaginare quale effetto potesse avere que-
sta semplice e apparentemente ragionevole direttiva su colonnelli e generali che
vedevano i propri reparti perdere ogni coesione nella violenza furiosa, ancora
in gran parte sconosciuta, delle tempeste d’acciaio del 1915. Un comandante di
reggimento o di brigata che avesse voluto attenersi ai principi della Libretta rossa
– e c’erano ottime ragioni per farlo in modo piuttosto rigido, se si voleva evitare
di essere «silurati» dal severissimo comandante in capo – avrebbe certamente
perso ore e ore cercando di restituire una parvenza di ordine al proprio reparto,
lasciandosi spesso sfuggire le fugaci opportunità di vittoria. Proprio il metodico e
razionale svolgimento dell’azione raccomandato da Cadorna ne garantiva spesso l’esi-
to infelice: lo si sarebbe compreso solo nel corso del conflitto.
4. L’esercito austro-ungarico reagì rapidamente alla minaccia, utilizzando le
proprie linee di comunicazione interne per spostare decine di battaglioni sull’I-
sonzo. L’afflusso di convogli militari carichi di truppe si intensificò subito dopo il
24 maggio, toccando l’apice due giorni dopo; il 29 maggio, sesto giorno di guer-
ra, l’accesso alla soglia di Gorizia era ormai saldamente difeso . Il generale Sve-
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tozar Boroević von Bojna aveva assunto il controllo delle operazioni al comando
della V armata 36 ore prima, mentre i battaglioni della 58a divisione di Erwin
Zeidler – reclutati in larga misura in Dalmazia – si trinceravano sul Podgora e sul
5 [L. Cadorna], Attacco frontale e ammaestramento tattico, cit., p. 20.
6 Cfr. Vienna, Österreichisches Staatsarchiv – Kriegsarchiv, Nachlass Svetozar Boroević von Bojna,
B/1, Beilag 4/a: il 23 maggio solo 3 battaglioni di fanteria stavano raggiungendo i due termi-
nali ferroviari di Gorizia e S. Lucia; 26 battaglioni e ½ – appoggiati da 24 batterie di artiglie-
ria – erano già in posizione tra il Monte Nero (Krn) e il mare. Il giorno successivo vennero
schierati i 3 battaglioni appena arrivati, mentre altri 9 erano in movimento; il 25 del mese ne
entrarono in linea 12 e 6 si trovavano ancora sui treni. Il 26 e 27 maggio il rafforzamento del
fronte austriaco fu più marcato, perché si resero disponibili complessivamente 50 battaglioni
e una ventina di batterie, portando il totale delle forze disponibili a 84 battaglioni e ½ e 45
batterie di artiglieria. La sera del quarto giorno di guerra, benché ancora nettamente inferiori
di numero, le truppe austriache non erano più un velo, ma un piccolo esercito schierato a
difesa della linea dell’Isonzo.