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20         Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




               In Italia, rimasta inizialmente fuori dal conflitto, si ebbe occasione di impara-
            re da ciò che stava accadendo sui campi di battaglia europei. La Libretta rossa del
            Capo di Stato Maggiore Luigi Cadorna (Circolare n. 191 del Comando del Cor-
            po di Stato Maggiore, pubblicata il 25 febbraio 1915, dal titolo Attacco frontale ed
            ammaestramento tattico) prendeva atto della nuova situazione, ovvero del costituirsi
            del «fronte continuo e della conseguente inevitabilità dell’attacco frontale»:


                  i principi che qui essenzialmente si vogliono mettere in evidenza e le relative ap-
                  plicazioni si riferiscono all’azione frontale, come quella che in pratica più viene im-
                  piegata – e ne danno prova tangibile le guerre che si stanno combattendo – perché
                  ad essa sostanzialmente si riducono anche le altre, e nella esecuzione della quale si
                  incontrano difficoltà minori di quelle che a tutta prima appariscono, quando – ben
                  inteso – sia condotta con sano criterio. 2

               Ovvero: l’esistenza  di linee trincerate  continue  rendeva  impossibile  l’aggira-
            mento delle posizioni nemiche: ogni «altra azione» avrebbe finito comunque per
            risolversi in un assalto frontale. Ma Cadorna andava oltre questa giusta deduzio-
            ne: secondo lui l’assalto frontale presentava «difficoltà minori» di altre azioni,
            naturalmente a patto che fosse stato eseguito «con sano criterio». Ma cosa po-
            trebbe esserci di peggio, per la fanteria, che avanzare allo scoperto contro solide
            posizioni difensive sotto il fuoco di fucili, mitragliatrici e cannoni da campagna?
            Il fatto è che Cadorna non stava pensando ai problemi creati dal nemico, ma a
            quelli che potevano nascere tra i reparti del suo stesso esercito. Il capo di Stato
            Maggiore non nutriva alcuna fiducia nella capacità di ufficiali e soldati italiani di
            portare a termine «con sano criterio» qualsiasi manovra potesse rivelarsi appena
            più complessa di un attacco frontale contro un obiettivo chiaramente individua-
            to. Questa convinzione – che fu il vero limite di Cadorna condottiero – condan-
            nò decine di migliaia di uomini; anche se, va ricordato, nel 1915 ancora nessun
            comandante, in Europa, aveva trovato soluzioni efficaci al problema dello «stal-
            lo» tattico sul campo di battaglia.

               2. L’Italia entrò nelle «tempeste d’acciaio» del grande conflitto europeo con
            quasi un anno di ritardo, dopo aver sciolto il proprio legame con la Triplice e aver



            2    [L. Cadorna] – Comando del Corpo di Stato Maggiore. Ufficio del Capo di Stato Maggiore
               dell’Esercito, Attacco frontale e ammaestramento tattico, Circolare n. 191 del 25 febbraio 1915,
               Roma, La Speranza, 1915 (ristampa: Genova, Effepi, 2014), p. 11.
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