Page 315 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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          4  Sessione - Il ricordo della vittoria                               313



              La ricorrenza del 4 novembre non fu neanche presa in considerazione.
              L’impulso del Presidente Ciampi a favore della ricorrenza del 2 giugno va in-
          quadrato nel desiderio di ridare nuova vitalità ad alcuni simboli della nostra storia
          fra i quali, oltre alla festa della Repubblica, ricordiamo l’Inno Nazionale e l’Altare
          della Patria che fu riaperto al pubblico.
              Oggi il 4 novembre, pur essendo l’unica ricorrenza civile che l’Italia repub-
          blicana ha ereditato dall’Italia monarchica, resta una celebrazione ricordata quasi
          esclusivamente dalle Forze Armate prevalentemente all’interno delle caserme an-
          che perché la sospensione della leva ha talmente ridotto la disponibilità di fornire
          reparti in armi per le cerimonie presso i monumenti ai caduti.
              La stessa cerimonia al Vittoriano, ancorché presieduta dal Presidente della
          Repubblica, mi pare non riesca ad uscire dai limiti della Piazza Venezia se non
          per essere ricordata, per pochi secondi, in qualche notiziario televisivo.
              Il 4 novembre 2011 ero nella Piazza Venezia parzialmente transennata per
          l’imminente cerimonia e non posso riferire i commenti, al limite del vilipendio,
          da parte di persone che si lamentavano perché si impediva loro di prendere i
          mezzi pubblici per recarsi al lavoro.
              I notiziari cui facevo riferimento sono generalmente ignorati dalle nuove gene-
          razioni che vivono in un mondo tutto loro e ai quali neanche la Scuola riesce a dare
          un minimo di insegnamento della nostra Storia nazionale degli ultimi 160 anni.
              Perché far finta di non vedere la disaffezione giovanile verso la nostra storia e
          non comprendere che in Italia si sta perdendo, se non si è già perso, il culto della
          memoria storica?
              Se comprendiamo che oggi i giovani si tengono informati attraverso internet e
          più genericamente sui social comprendiamo anche che la Scuola non riesce ad in-
          cidere su di loro perché non è sufficientemente strutturata nel mondo informatico.
              Non sarebbe sbagliato se la Difesa e il mondo della scuola potessero ragiona-
          re su come si possano raggiungere i giovani per tentare di avvicinarli alla nostra
          memoria collettiva.
              Si consideri anche che esiste una fascia di migranti, futuri “nuovi italiani” che
          dovrebbero conoscere, almeno nelle loro grandi linee, le vicende che portarono
          l’Italia ad essere uno Stato unitario.
              Oggi la situazione è la seguente:
               -    per effetto di una legge naturale non esistono più combattenti viven-
                    ti della prima guerra mondiale. L’ultimo è stato il bersagliere Delfino
                    Borroni che ha fatto “zaino a terra”. Il bersagliere del 6° reggimento
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