Page 147 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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dall'Europa occidentale al J'vIaghreb, dalle regioni cbnubiane-balcaniche al Vicino
Oriente, dai territori caucasici e anatolici sino al !vIare Arabico, dal Medio Oriente
sino al Corno d'Africa e all'Oceano Indiano sino a lambire il subcontinente in-
diano e il sud-est asiatico.
Questo stato di fatto è molto importante: siamo oggi 111 presenza di una
sorta di consociativismo internazionale islitllzionalizzato che si arroga l'autorità
di intervenire e di interferire anche nelle crisi interne dei paesi quando siano
ritenute a rischio le regole e l'ordine riconosciuti dalla comunità internaziona-
le. La regola non è però assoluta, è solo relativa a seconda degli interessi coin-
volti: talvolta si interviene, talvolta ci si asliene pur essendo di fronte a uguaglianza
di crisi. Talvolta non si tiene conto delle implicazioni geopolitiche e geostra-
tegiche e ciò contribuisce a spiegare certi deludenti risultati quali quelli otte-
nuti in Somalia o nella drammatica successione eli indecisioni nei conllilli dell'area
croato-balcanica.
L'area oggi esaminata, quella dell' Adriatico, è, tornata nuovamente critica.
Impossibile dominarlo dalla cosla italiana, possibile invece da quella balcanica. La
sua porta d'accesso è data dal Canale d'Otranto che può essere solo controllato
dalle due posizioni opposte di Otranto (Italia) e Valona (Albania). Le conseguen-
ze della frantumazione del vecchio Slato jugoslavo propongono scenari critici in
cui questo mare può diventare bcilmente sede di crisi politico-militari.
Vi è inoltre eia rilevare che è aumenlalo l'affollamento delle nazioni riviera-
sche, aggiungendo crisi a crisi. Si pensi, a esempio, alla nazionalista Croazia che
è venuta ad affacciarsi su un lungo e importanle tratto dell'Adriatico, fallo che po-
lrebbe anche riproporre una qualche nuova questione adriatica.
Per migliorare la sua posizione geostralegica e consolidare un suo grado di
potere marittimo, al di là della volonl~ì polilica, l'Italia ha poche carte l~lvorevoli:
l'Albania e l'utilizzazione del porto cii Trieste, una rivitalizzazione della propria ma-
rina mercantile nell'insieme del suo sviluppo economico, uno strumento mililare ma-
rittimo integrato che le possa consenlire una credibile immediatezza e reazione in
ogni punto dell'area allargata del Mediterraneo. Presentando un conglomerato
geopolitico, geostrategico cd economico degno di chi vuole aspirare a essere una
media potenza regionale con interessi 8loboli, l'Italia potrà portare in Europa un
forte elemento di marillimilà medilerranea, vilale sia per l'Unione sia per essa, as-
sieme a elementi fondamenlali per la creazione e l'esercizio di un pOlere maritti-
mo sopratullo di comunità e cii coalizione,
Sino al 1989 la situazione nel Mediterraneo era molto più chiara, slabile e cle-
finita di quanlo non sia oggi. La fine della guerra fredcla e ciel bipolarismo ci ha da-
lo uno stato permanente di crisi geograficamente esteso e variabile, Fervono guerre
e guerriglie, le politiche sono conlraddillorie andando da spinte verso comunioni di
nazioni ad alroci conf1iLli di nazionalità ed etnie, con un crescendo di eslremismi re-
ligiosi e una progressiva invadenza di organizzazioni criminali internazionali.