Page 143 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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abbastanza reazionari ricreati dal Congresso di Vienna sulle ceneri della grande ri-
voluzione, le cui idee covavano nelle classi dotte del tempo.
Queste quattro funzioni, che ho definito "cardini strategici", e che sono ti-
piche espressioni di un potere marittimo inteso nel senso classico, oserei dire
mahaniano ante littercnn, sono state svolte dalle Marine italiane considerate nel
periodo che va dal 1820 al 1848 in modo sostanzialmente simile, pur differen-
ziandosi non tanto per seguire la politica estera dei tre Stati certamente miran-
te ad obiettivi di corto e medio periodo abbastanza particolari, ma soprattutto
per il sostanzialmente differente sviluppo tecnologico. Infatti il periodo consi-
derato è un momento critico per tutte le Marine: si passa dalla vela al vapore
e si migliorano notevolmente le artiglierie di bordo con conseguenze importanti
sugli ordinamenti tattici ed organici.
Ad esempio la Marina sarda nel 1822 è composta da tre fregate (due da 44
cannoni ed una da 20), due brigantini, alcune corvette e golette, oltre a cannonie-
re e perfino mezze-galere, in pratica una forza navale minore di tipo quasi sette-
centesco, ma già nel 1837 entrano in servizio gli avvisi a ruote e nel '1840 le
pirocorvette, nel 1847 la flotta sarda era ancora composta da 4 fregate, due corvette
e tre brigantini a vela, ma anche da 2 pirocorvette e 3 avvisi a vapore.
Più o meno negli stessi anni la Marina delle Due Sicilie è invece da con-
siderarsi all'avanguardia: nel 1820 la 1 a divisione comprendeva un vascello,
. una fregata e anche una bombarda oltre a numerose unità minori d'altura, con
una buona capacità cii proiezione cii forza, ma soprattutto già dal 1818 la ma-
rineria napoletana aveva in servizio il piroscafo Ferdinando, che se plll' ap-
partenente ad una compagnia mercantile era comandato dall'alfiere di vascello
Libetta. Nel 1830 l'impulso alla modernizzazione era notevole e si riuscì in clie-
ci anni a costituire anche una imortante "Scuola di Ingegneri Meccanici" a
Pietrarsa ed a varàre a Castellammare pirocorvette ed avvisi decisamente all'al-
tezza dei migliori prodotti stranieri.
L'Imperale Veneta Marina, pur se condizionata clalla mentalità continenta-
le del governo di Vienna, ebbe un'ottima divisione navale d'altura agli ordini
del Dandolo con fregate, corvette e brigantini, mentre dal 1836 si iniziò a far
entrare in servizio nel Lloyd piroscafi a vapore che fornirono un certo appog-
gio sinergico alle più convenzionali unità militari.
Può essere interessante dal punto di vista strategico ricordare quanto il
Michel scrisse su Rivista Marittima del 1922, l'ammiraglio Bandiera proponeva
negli anni 1837-39 un consistente aumento clelia flotta austro-veneta allo sco-
po di:
"- poter fare con le unità progettate un efficace dimostrazione navale con-
tro i barbareschi ... (naval dtplolJ1acy)
- poter eguagliare le forze unite delle Marine napoletana e sarda (two
power standarcl)