Page 144 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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134                  PROllLEMI  STORICI  E  1'A'n'ORI  EVOI.UTlVL  COLLEGATI  AI.  POTERE  MARITTIMO

                  - non  essere  costretti  a  chiedere  ad  altre  nazioni  il  concorso  per azioni
             marittime  in  caso di  guerra (sea-control)".
                  Su  quest'ultimo punto considero importante trattenermi.  Le  tre Marine  ita-
             liane ebbero sempre bisogno  della  benevola  protezione della  Royal Navy,  so-
             prattutto  nei  riguardi  della  sempre  difficile  politica  di  relazioni  con  gli  Stati
             barbareschi. Può essere significativa,  ed ancor oggi  esemplare, questa iclea  ciel
             Bandiera  di  investire  denari  in  forze  navali  per  non  essere  troppo  legati  alla
             politica  della  superpotenza  nella  soluzione cii  propri  problemi strategici  siano
             essi  propriamente militari  come di  fatto  erano le spedizioni contro  i Bey o  co-
             munque  nell'area  ottomana  (vedi  la  spedizione  austriaca  in  Siria)  o  puramen-
             te  cii  presenza  come  le  crociere  in  Oriente  e  nelle  Americhe  a  protezione dei
             traffici  commerciali.
                  Concludo  confermando che nelle Marine  pre-unitarie l'idea  fondamentale
             della  strategia  marittima,  creare e maJltenere  un Potere Marittl/Ilo Nazionale,
             era  certamente  presente  e  probabilmente  dalla  successiva. fusione  di  queste
             Marine  nella  nostra  Marina  Militare  tale  concezione è  giunta  giustamente  sino
             ai  giorni  nostri.



             Intervento di:  Riccarclo  Nassigh
                  Durante la  campagna del  Quarantotto  i l'allori  evolutivi - come si  è visto -
             non mancarono di certo.  Pensiamo per esempio alla  clecisiva importanza del va-
             pore, che avrebbe sempre più condizionato la  mobilità delle forze  navali, e  dun-
             que le  caratteristiche delle navi,  la  preparazione del  personale,  e  poi la  tattica  e
             la  stessa  strategia,  per  non  dire  della  logistica:  le  basi  sarebbero  divenute  ele-
             mento ancor più fondamentale per l'operatività delle notte e fulcro  delle loro ca-
             pacità offensive (cosa che non sembra apparisse molto chiaramente ai responsabili
             navali  del  Regno sardo).
                  Un  altro  fattore  destinato  ad  assumere  per  noi  italiani  grande  rilievo  fu  la
             difficoltà cii  gestire i rapporti fra  uomini di  marine diverse,  con tradizioni e  rego-
             lamentazioni aspettative e abitudini diverse:  un problerna'non solo operativo,  ma
             sopratutto  organico  e  morale.  Lo  si  vide  quando si  presentò  il  problema  di  far
             connuire nella Real Marina sarda una parte ciel  personale della veneta Marina: an-
             ticipo - benché in  scala  ancora  ridotta - dei gravi  problemi sorti  quando le  ma-
             rinerie  napoletana,  pontificia  e  toscana  vennero assorbite dalla  Marina  sarda.
                  In  questa  sede  vorrei  però soffermarmi - c1ata  anche  la  brevità  del  tempo
             disponibile - su alcuni  aspetti strategici  particolarmente connessi  col  potere ma-
             rittimo.  Il  tempo, trascorso  non cancella  infatti  alcune  indicazioni  a  mio  giudizio
             validissime  anche' oggi.  Del  resto:  perché studiamo  la  storia,  se  non  per cercare
             se vi  sia  un  nocciolo  permanente capace di  insegnarci  qualcosa  anche  nel  pre-
             sente? È noto che i falli  non si ripetono mai,  mentre  i modi in  cui l'tlomo pensa,
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