Page 146 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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136 PROBLEMI STORICI E FATrORI EVOLUTIVI COLLEGATI AI. POTERE MARI'lTIMO
inizio, per trasferirlo nel Golfo di Venezia approfillando dell'eccezionale disponi-
bilità di una catena continua di basi lungo i litorali italiani: Livorno, Civitavecchia,
Napoli e tutto il Regno delle Due Sicilie, fino ad Ancona e Venezia coi rispettivi
arsenali. Mai più le vicende politiche avrebbero messo a clisposizione ciel Piemonte
una tale catena logistica, e per cii più con l'appoggio cii truppe alleate e cii una
consiclerevole forza navale napoletana!
In questo quaclro anche la ricerca e l'eve11luale distruzione della flotta au-
sU'iaca avrebbero assunto un preciso significato strategico. Ben altra cosa risulta-
rono invece le istruzioni clate il 18-20 aprile all'ammiraglio Albini, che limitavano
le operazioni alla vigilanza sul traffico e finirono con l'enl~llizzare indebitamente
il problema degli interessi neutrali. È nota la macchinosa vicenda del blocco cii
Trieste con tutte le relative complicazioni internazionali. CE chissà poi perché la
nOlta austriaca avrebbe clovuto accellare battaglia in condizioni sfavorevoli cii re-
latività: per f~tr piacere a chi?).
In sostanza i piemontesi rinunciarono a usare le basi navali fortificate come
strumenti tipicamente offensivi volte a sostenere le operazioni della flotta, e per-
sero un'eccezionale occasione cii impiegare il potere navale per incidere militar-
mente e politicamente sull'esito della guerra. Né si dica che si sarebbe comunque
trattato della IOlla della pulce contro l'elefante: in realtà l'Austria versava in seria
crisi anche clal punto cii vista politico. Nella stessa Vienna scoppiarono ben due
insurrezioni. Una campagna f~lvorevole al Re cii Sardegna avrebbe potuto avere
conseguenze difficilmente calcolabili.
Dicevo all'inizio che nella storia ricorrono talvolta insegnamenti permanen-
ti. Sono convinto che ancora oggi, in Italia, si I~ttichi a realizzare la fondamenta-
le unità fra politica estera e politica militare, e fra politica estera e strategia, e che
negli stessi ambienti militari Ettichi a emergere l'intrinseca unità fra terra, mare e
aria. Pur in circostanze politiche e militari diversissime - voi militari mi insegna-
te quanto siano cambiate le cose da quei tempi - non possiamo dimenticare
che in ogni caso ulla deve essere l'aziolle dello Stato, COli idee cbiare circa l'obiet-
tivo da jJerseguire, i mezzi, le 1I1odalitcì e l temjJi. La relazione spazio-tempo non
ha perso nulla del suo tradizionale valore; ha soltanto mutato gli ordini cii gran-
dezza dei suoi componenti. In particolare la tempestività - a parità cii ogni altro
fattore - resta la vera linea di demarcazione tra successo e fallimento. Tutto ciò,
in linguaggio più propriamente militare, si esprime in termini di concentrazione
clegli sforzi, iniziativa, sorpresa, informazioni.
Interuenfo di: Giorgio Giorgerini
L'esercizio elel Potere Marillimo, nel Mediterraneo come altrove, è un fallo
di geopolitica e di geoslrategia. L'intera storia ci dice, che chi controlla il Mecliterraneo
influenza le vicende clell'intera corona geografica che gravita sul Mecliterraneo: