Page 224 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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212 ROMAIN H. RAINERO
pace. Secondo: perché un tenuuivo analogo di aggressione può, un giorno, veri-
ficarsi vicino 3 noi, e quel giorno por.rebbe essere prezioso per noi di avere esposto,
con immediata e disinteressata frnnchezza, i DOO!ri senùmemi. Sarebbe un deliuo
non aver tu no fano perché un giorno. non si sa quando - che Dio disperda l'augurio
- Trieste por.rebbe diventare un'altra Corea. Quando si pongono dei problemi
concernenti la dignità ed Il prestigio di un grnnde paese come l'Italia, il fatto che
questo paese risponda alla sua missione storica, significa già molto di guadagnato
nel rispetto del mondo, e questo è quello che si guadagna. Queste cose non si
giudkano con la mentalità dei prestiù alli! seaimana ... •.
Per il presidente del Consiglio. Alcide de Gasperi, la questione coreana
doveva lmeressare 11talia proprio perché l'insorgere di un connitto ·periferico·
evidentemente legato al complesso sistéma della guem fredda ed alla politica
reciprocamente a_ggressiva dei due blocchi non poteva non avere ripercussioni
sul resto del mondo. E dJ questo mondo fragile nel suo instabile equilibrio ben
faceva parte l'ltaJia appena u.scira da un travaglio economico, politico, istituzio-
nale ed ideologico. Pertanto questo intervento degasperiano si incenr.rò su questi
aspetti; e ribadl nella stessa seduta questo suo pensiero: 4 ... Per noi il problema
è quello della pace, della procedura seguita prima della guerra, e quindi il problema
.
ha carattere sopranuno internazionale .. Se la sicu{ezza sociale è un grande
cemento, la sicurezza esterna della Patria è un cemento ancora piì:l forte ... • <6J_
Nel franempo l'ONO non perdeva tempo ed il suo segretario genernle, Trigve
Lie, lanciava, il 22 lugHo. un accorato appello ufficiale agli stati membri affinché
volessero mobilitare risorse, uomini e mezzi per rendere l'Intervento in Corea
rapidamente efficace. Alcuni stati risposero dando soccorsi ed uomini; sull'lt."'lia
le pressioni statunitensi non mancarono, in modo inform.iJe, tr:lmite il consulente
giuridico dell'ambasciata degli St-nti Uniti a Roma. molt·o vicino al Dipartimento
alla Difesa, Oscar Cox e lo stesso ambasciatore, jarnes C. Dunn, affinché fossero
inviati da Roma aiuti per il conflitto in corso. Nelle vicende militari poco sorri-
denti per gli americani la richiest.~ all'Italia ed a tutti gli alleati europei degli Stati
Uniti si fece pre.ssante e venne evocata persino l'invio di una divisione italiana in
Corea. In questa fase egidio Ortona da Washingwn si faceva portavoce delle
esigenze che lo stesso Cox aveva espresso: "Quando abbonderanno feriti e morti
ameriami, l'opinione pubblica negli Stati Uniti si chiederà perché l'abbandono
dell'isolazionismo in America debba condurre aJJ'isolazionismo degli europei" m.
Il problema relativo alla posi:z.ione italiana superava la questione coreana ed inve-
stiva il mantenimento con l'alleato americano di buone relazioni che si ripercuo-
tevano sia sul piano generale italiano sia sul piano degli aluri economici, specie
quelli dell'European Recovery Program o ERP, necessari all'economia generale
dell'Italia. Il sostegno italiano alla politica coreana degU Stati U.niù pareva impli-
care IJ mantenimento, o magari l'accrescimento. dell'assistenza americana.