Page 258 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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Anche qui sta l'interesse di una lettura delle relazioni: documento apparentemente
solo economico e finanziario che invece restituisce il disegno di un infinito contrasto
fra norme civili e prassi militari.
Da tale prospettiva, la continuità pare essere prevalsa largamente sulla discon-
tinuità. Nei confronti dei bilanci militari la Repubblica ha fatto molto, soprattut-
to in tema cii estensione e cii qualificazione dei controlli a partire dalle competen-
ze della Corte: ma non pare essere riuscita ad ottenere un successo pieno su alcu-
ni nodali punti cii fondo. La sostanza delle preoccupazioni emerse già chiara du-
rante la guerra fascista, in relazioni redatte allora da magistrati non certo rivolu-
zionari bolscevichi o antimilitaristi contrari al regime ... Essa continua a circolare
nelle ultime relazioni - cioè dopo eccezionalmente grandi trasformazioni di con-
testo interno ed internazionale, di politica militare e di configurazione dello stru-
mento militare: a riprova di una difficoltà di rapporti e di un campo costituzionale
di tensioni istituzionali che è ben lungi dall'essersi disteso.
Troppo spesso gli studiosi della storia dell'Italia repubblicana hanno sottova-
lutato il peso della continuità dello Stato sul punto dei rapporti fra potere milita-
re e potere civile. Di più, talora essi hanno trascurato il problema in sé, con la con-
seguenza di vedere compiuta una trasformazione dello Stato e realizzato un con-
trollo di esso da parte delle autorità civili e politiche che sono ancora in parte da
realizzare, o quanto meno da estendere.
I rapporti fra civili e militari non sono storicamente importanti solo laclclo-
ve esse sono andate incontro ad una rottura totale, o solo laclclove vi è un com-
plesso industriale-militare di rilevanza condizionante per le sorti del pianeta, o
solo ladclove un certo militarismo è diventato il tratto traclizionale della politi-
ca nazionale, né infine solo laddove le forze armate sono state impegnate con
continuità all'estero in operazioni cii ogni tipo. Perché, se così fosse, in Italia es-
se forse non dovrebbero essere mai studiate. Per queste ragioni i rapporti fra ci-
vili e militari sono un tema rilevante (e la storia delle spese militari lo dimostra,
sotto il livello quantitativo e soprattutto sotto quello qualitativo) anche nel ca-
so clell'ltalia repubblicana, anche nella quotidianità degli "anni di pace". Un lo-
ro studio ci dice anche quanto il terzo comma dell'art. 53 clella Costituzione
debba ancora essere attuato, a mezzo secolo dalla sua formulazione, dopo un
ventennio di fascismo e un sessantennio cii Stato liberale.
Infine, cosa ci dicono le relazioni attorno alla questione clelle spese milita-
ri italiane nel periodo della Repubblica? Portano esse acqua al mulino dell'in-
terpretazione che le vede come quantitativamente eccessive o all'altra che ne ha
stigmatizzato l'i nsufficienza?

