Page 356 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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- ANTONELLO BIAGINI
"scoppio della pace" e i paesi europei devono rimettere mano alla riorganizzazio-
ne delle proprie Forze Armate in funzione dei nuovi impegni. In questo senso il
mantenimento della NATO e la sua progressiva evoluzione con l'inserimento di
paesi - precedentemente nemici - allocati in aree strategicamente importanti ha
senza dubbio contribuito a tale evoluzione. Alla tradizionale funzione di deterren-
za si è aggiunta e sviluppata quella relativa alla cooperazione con gli ex avversari
in un nuovo concetto di difesa e sicurezza strategica: il partenariato con la Russia
ne costituisce uno degli esempi maggiori. Nel 1991 si apre all'Est europeo con il
Consiglio di Cooperazione Nord Atlantico (NCC) che coinvolge nove nazioni;
successivamente con il Consiglio di Cooperazione Euro-Atlantico (EACC) supera
il 30° meridiano che aveva tradizionalmente diviso l'Europa democratica da quel-
la socialista e il nuovo concetto strategico riconosce il fattore sicurezza come inti-
mamente connesso a considerazioni di ordine politico, economico e sociale, si fon-
da sul dialogo e la cooperazione, ipotizza una difesa collettiva tramite la collabo-
razione di tutti i partners dell'Europa centrale e orientale, mira a raggiungere una
intesa sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa e a sconfiggere il
terrorismo internazionale. Non più dunque la difesa dell'Europa quanto piuttosto
la gestione delle crisi e la cooperazione con i paesi dell'area euro-atlantica.
Cesigenza di una radicale trasformazione e innovazione investe anche l'Or-
ganizzazione dell.e Nazioni Unite ma' in questo caso la strada da percorrere appa-
re irta di difficoltà per essersi quest'o organismo eccessivamente burocratizzato,
per il cospicuo aumento degli aderenti e per il regime di tipo assembleare che so-
stanzialmente finisce per bloccare le già esigue capacità di manovra. Nei fatti si è
prodotta una sostanziale frattura politica fra gli Stati Uniti e l'ONU e non è dato,
allo stato dei fatti, intravedere possibili soluzioni.
I paesi europei, dopo aver preso atto delle profonde trasformazioni geopoli-
tiche e militari, stanno lavorando alla trasformazione interna aumentando, non
senza difficoltà, gli stanziamenti ma anche le procedure e i sistemi di organizza-
zione. Mi riferisco, per esempio al caso italiano, dove il sistema della leva obbli-
gatoria è stato sospeso a vantaggio di un sistema volontario (professionale) che,
solo, può garantire una maggiore duttilità nei settori di impiego. A tale lavoro, per
cosÌ dire individuale, si affianca quello comunitario avendo già il Trattato di Maa-
stricht (1992-1993) incluso la politica estera e di sicurezza comune. Pure essendo
i due aspetti assolutamente vincolanti appare evidente come la determinazione
della prima - la politica estera - risulti molto più difficoltosa per la prevalenza,
ancora oggi, di cospicui interessi nazionali mentre la seconda - anche per la plu-
riennale esperienza NATO - appare più facilmente realizzabile confermando quel-
la adattabilità che le istituzioni militari hanno sempre dimostrato in presenza di
scelte politiche chiare e coerenti.