Page 355 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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LE FORZE ARMATE E I NUOVI SCENARI INTERNAZIONALI
in Afghanistan gli Stati Uniti, l'Arabia Saudita e il Pakistan finanziano l'islamismo
radicale dei taliban del Mullah Omar. L'Islam tradizionale, in sostanza, è stato sem-
pre considerato dalla politica anglosassone come il migliore guardiano delle risor-
se petrolifere mondiali, così come le famiglie regnanti nel mondo arabo avrebbero
lucrato sulle risorse petrolifere senza per questo rendersi strategicamente indipen-
denti attraverso una modernizzazione politica ed economica della società. Il qua-
dro di teorica stabilità si è infranto al punto che si è reso necessario un intervento
armato contro l'Iran (prima guerra del Golfo), contro l'Irak per restituire la sovra-
nità al Kuwait (seconda guerra del Golfo) e in Afghanistan per abbattere il regime
dei taliban fino a quello ancora in corso in Irak che ha posto fine alla dittatura di
Saddam Hussein ma è ben lungi dal pacificare il Paese e la regione. Un dato risul-
ta evidente e inconfutabile: gli Stati Uniti sono oggi in grado di controllare le ri-
sorse energetiche mondiali e di controllare dunque, indirettamente, le rilevanti esi-
genze energetiche della Cina che sta affrontando uno dei più colossali processi di
trasformazione in Paese industriale avanzato.
Il tema è, ovviamente, molto vasto ma non c'è dubbio che il vero problema
della politica mondiale e della politica statunitense sia oggi quello dello sviluppo
concorrenziale della Cina e pure quello dell'India. Il terrorismo islamico, nono-
stante il forte impatto psicologico, rappresenta più che altro una turbati va nel si-
stema geopolitico mondiale ma non certo una minaccia; può creare instabilità e in-
certezza ma non ha gli strumenti per modificare la gerarchia consolidata delle
grandi potenze mondiali. La Cina e l'India, prevedibilmente, determineranno una
modificazione di tale assetto.
Delineati, pure con molte omissioni, gli scenari possibili si tratta ora di analiz-
zare come debbano trasformarsi le strutture militari chiamate a compiti che sono in-
sieme tradizionali e innovativi. Indubbiamente la fine della guerra fredda aveva
creato, particolarmente in Europa, l'illusione dello "scoppio della pace" e dunque
l'ipotesi di una riduzione generalizzata delle spese militari. La propensione delle
opinioni pubbliche europee a limitare per spese per la sicurezza è sufficientemente
nota ed è stata studiata, anche storicamente, in modo autorevole ed esaustivo. Per
quanto riguarda il periodo successivo alla seconda guerra mondiale è sufficiente ri-
cOl"dare che il peso economico della guerra fredda è stato in buona parte sostenuto
dagli Stati Uniti e in quota, attraverso la NATO, dai paesi europei. Una situazione
di coni.odo ed economicamente vantaggiosa al punto da far fallire - anche se que-
sto non è l'unico motivo - qualsiasi ipotesi di difesa comune europea, come la CED,
c da rendere ancora impervio il cammino verso l'elaborazione di linee politico-
strategiche e militari comuni mentre gli Stati Uniti, in quanto unica potenza mi-
litare, hanno dovuto allargare i campi di intervento nell'intero scacchiere mon-
diale. Gli avvenimenti si incaricano di porre termine all'euforia relativa allo