Page 12 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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12 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
mente immaginare ciò che pochi potevano immaginare e soprattutto seppe
realizzare un disegno politico ardito e complesso. La qualità di un grande
uomo politico si misura esattamente in questo. Si misura anche nella capaci-
tà che ha, di cogliere l’essenza del proprio tempo. E quello, era un tempo in
cui emergeva la borghesia. I valori emersi con la Rivoluzione Francese tro-
vavano corpo, trovavano direi radici nella borghesia, europea e mondiale. In
qualche modo egli seppe capire che era quella la leva per riuscire in quello
che era il grande sogno di quella stagione, il sogno dell’Unità nazionale,
quello era l’obiettivo e ogni azione doveva portare verso quella direzione.
Verso il raggiungimento di quello scopo ed è lì che Cavour, diventa veramen-
te un tessitore degno di essere ricordato come uno, se non il principale, dei
padri della nostra patria. Pensate al parallelismo, ma oggi il parallelismo è
150 anni dopo, pensate in quel contesto, al parallelismo tra la scelta oggi di
partecipare in maniera importante alle missioni internazionali. Non solo per-
ché dovere di tutti contrastare il terrorismo ovunque si annidi e tenerlo lonta-
no dalle nostre città e dalle nostre case. Non solo quindi, per il ritorno imme-
diato che ne può derivare alla sicurezza nazionale ed internazionale, ma
anche perché partecipare oggi alle missioni internazionali, è pacificamente
chiaro, che significhi una crescita del peso internazionale dei paesi che vi
aderiscono e che aderiscono a queste iniziative. Avere un ruolo nei contesti
internazionali, negli organismi internazionali è un quid che si aggiunge alla
capacità di ogni stato di poter rappresentare le proprie necessità in un ambito
più ampio e in un contesto internazionale.
Oggi è di tutta evidenza questo concetto, ma pensate al Presidente del
Consiglio, al Primo Ministro di un piccolo stato di un’Italia marginalizzata
nella grande famiglia europea, litigiosa ma pur sempre una grande famiglia
europea, che vede con lungimiranza la partecipazione alla spedizione di
Crimea, come il primo passo necessario per poter poi sedersi insieme alla
Francia, insieme all’Inghilterra, in un tavolo di stati che contano in Europa.
E poter intrecciare quelle alleanze con i francesi ed è qui presente l’ambascia-
tore francese, che è degno erede di uno Stato che aveva già una realtà e la sua
capacità di intervenire, interferire nella politica europea, molto di più di quan-
to potesse il piccolo Piemonte. Vede Cavour la possibilità, attraverso quella
spedizione, di poter interagire con questi padroni, in quel momento, dell’Eu-
ropa e trovare una sponda per poter, in qualche modo, far fronte alle difficol-
tà che l’Austria poneva obiettivamente alla nascita alla creazione di uno Stato
unitario. Di questo si occupa questo Convegno, della capacità che poi ebbe
Cavour, e lì un altro momento importante della sua strategia, di costringere