Page 21 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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introduzione 21
Introduzione ai lavori
Col. Matteo Paesano
Presidente CISM
ignor Ministro nel porgerLe il deferente saluto della Commissione
S Italiana di Storia Militare e mio personale, voglio esprimerLe la mia
gratitudine per aver voluto conferire, con la sua presenza, rilevanza e solenni-
tà al Convegno di oggi.
La Sua presenza costituisce altresì motivo di soddisfazione e di gratifi-
cazione, perché sottolinea l’attenzione che l’Italia e le sue più alte cariche
istituzionali ci riservano.
Rinnovo il mio sincero ringraziamento a tutte le Autorità intervenute, ai
conferenzieri che finora hanno illustrato ed approfondito tematiche fonda-
mentali della Seconda Guerra d’Indipendenza.
Il XIX secolo è stato infatti il secolo durante il quale il patrimonio ideolo-
gico della Rivoluzione francese si è esteso in Europa, promuovendo lo svilup-
po di diversi movimenti politici liberal-democratici.
Ma la libertà dei popoli non poteva prescindere dall’acquisizione di un
processo unitario di identificazione culturale, linguistico, di comuni tradizioni
e di un territorio unificato.
La Seconda Guerra d’Indipendenza è quindi l’occasione che Cavour at-
tende – e che ha contribuito a provocare – per rendere operativi gli accordi di
Plombières; accordi stipulati segretamente con Napoleone III nel 1858, per
i quali, in cambio di alcune concessioni tra cui Nizza e Savoia, la Francia sa-
rebbe intervenuta a fianco del Piemonte in caso di aggressione dell’Austria.
La partecipazione alla guerra di Crimea (1855) e ai lavori per la pace
(Congresso di Parigi,1856), infatti, avevano consentito al Piemonte di inserir-
si al fianco dei francesi ed inglesi nella grande politica europea.
La pace di Villafranca, confermata dal trattato di pace di Zurigo, permise
quindi al Regno Sabaudo di annettere la Lombardia (ad esclusione di Mantova
e Peschiera), annessione che avviene tramite la Francia.
Ma Cavour che vive questi eventi come un tradimento, opererà successi-
vamene sulle cancellerie europee, compiendo di lì a poco, un capolavoro di
carattere politico e diplomatico.
Nei mesi successivi, infatti, il Piemonte annetterà Parma, Modena, l’Emi-
lia, la Romagna e la Toscana.