Page 25 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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il quadro politico-diplomatico della situazione italiana ed europea nel 1859  25



                   precipitarono invece ai minimi termini quando il Regno di Sardegna sembrò
                   essere sottomesso alla Francia, come nella primavera 1860 in occasione della
                   cessione di Nizza e Savoia. La Gran Bretagna nutrì molti dubbi sulla possibi-
                   lità di unire in un solo Stato regioni di tradizioni, cultura politica e sviluppo
                   economico diversissimi, ma poi nell’estate 1860 il governo di Londra conclu-
                   se che uno Stato unitario esteso a tutta la penisola ed alle isole sarebbe stato
                   più forte e quindi più autonomo rispetto alla Francia, nonché necessariamente
                   più amico dell’Inghilterra, massima potenza navale nel Mediterraneo.
                      In secondo luogo la Gran Bretagna vedeva nel Risorgimento un caso ide-
                   ale nel quale far valere la sua tradizione diplomatica di appoggio alla diffu-
                   sione del costituzionalismo liberale: «Gli Stati costituzionali sono gli alleati
                   naturali della Gran Bretagna», aveva proclamato Lord Palmerston , a lungo
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                   dominatore della politica estera britannica dal 1830, quando assunse per la
                   prima volta la carica di Ministro degli Esteri, al 1865, quando morì ricopren-
                   do l’incarico di Primo Ministro. Egli però aveva anche affermato: «La Gran
                   Bretagna non ha alleati permanenti, ma solo interessi permanenti». La politica
                   estera di Londra, come tutte le politiche estere degne di questo nome, era il
                   risultato della composizione attenta d’interessi e principi; i primi inducevano
                   a non turbare la situazione in Italia, se ciò comportava il rischio di accrescere
                   la potenza della Francia e di sconvolgere l’assetto europeo stabilito nel 1815,
                   i secondi spingevano a sostenere il Piemonte liberale.
                      Vi era poi una terza fondamentale ottica britannica, che ispirava un at-
                   teggiamento favorevole al Risorgimento: il forte anti-cattolicesimo dell’esta-
                   blishment  britannico .  Fare  l’Unità  d’Italia  significava  abbattere  il  Potere
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                   Temporale del Papa, con la speranza di indebolire gravemente il Cattolicesimo.
                   I più estremisti e sognatori, come Lord Shaftesbury, leader dell’ala evangelica
                   del protestantesimo britannico e imparentato con Lord Palmerston, vedevano








                   6  Su Lord Palmerston ed in generale la politica estera britannica nei decenni centrali
                      del secolo XIX cfr. E. Ashley, The Life of Henry John Temple Viscount Palmerston,
                      I-II, Londra 1876, K. Bourne, The Foreign Policy of Victorian England 1830-1902,
                      Oxford 1970, The Cambridge History of British Foreign Policy, 1783-1919, ed. by
                      A. Ward-G. P. Gooch, I-III, Cambridge 1923, P. Guedalla, Palmerston, Londra 1926,
                      J. Ridley, Lord Palmerston, Londra 1970, Sir C. K. Webster, The Foreign Policy of
                      Palmerston 1830-41, I-II, Londra 1951.
                   7  E. R. Norman, Anti-Catholicism in Victorian England, Londra 1968.
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