Page 28 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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28 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
Per l’Imperatore dei francesi l’appoggio al Piemonte ed al Risorgimento
italiano rispondeva inoltre alle sue intime convinzioni: il giovane Luigi
Napoleone Bonaparte aveva partecipato nel 1832 ai moti in Romagna ed
era entrato nel mondo delle società segrete. Il sanguinario attentato di Felice
Orsini del gennaio 1858, che provocò 12 morti e 156 feriti ma lasciò incolu-
me l’Imperatore, può essere visto come l’avvertimento settario a non tradi-
re gli impegni a favore del Risorgimento italiano. Soprattutto il sostegno al
Piemonte contro l’Austria si inquadrava in un più vasto disegno di mutamenti
politico-territoriali nel continente europeo, che, scardinando l’assetto del con-
gresso di Vienna del 1815, avrebbe instaurato l’egemonia della Francia nella
nuova Europa delle nazioni contrapposta alla vecchia Europa delle dinastie.
Ciò emerge chiaramente nelle Considerations politiques che Napoleone
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III trasmise il 24 dicembre 1858 al ministro degli esteri Walewski , nelle
quali si legge: «Una grande nazione è come un astro, non può vivere senza
satelliti. L’antica monarchia lo capiva, cercando senza posa di appoggiarsi
sulla Spagna e sull’Italia per resistere alla casa d’Austria. Oggi la Francia è
sola, circondata da una cintura di fortezze, erette un tempo per difenderla,
oggi mantenute con grandi spese per attaccarla e contenerla. … Se la Francia,
pur cacciando gli Austriaci dall’Italia, protegge il potere del Papa. Se essa si
oppone agli eccessi e dichiara di non voler fare alcuna conquista, eccetto la
Savoia e Nizza; essa avrà dalla sua parte l’Europa, si creerà in Italia degli al-
leati potenti che le dovranno tutto e che non vivranno altro che della sua vita,
perché le loro esistenze saranno legate alla sua. Un grande successo in Italia
darà un grande scossone all’opinione pubblica in Europa, che non vedrà più
nel governo francese soltanto lo spauracchio degli anarchici, ma il potere che
ha voluto essere forte in casa sua, per essere in grado di spezzare le proprie ca-
tene e di liberare e civilizzare i popoli. Indebolita la casa d’Austria, la nostra
influenza si accrescerà immediatamente in Europa. I popoli nostri vicini sul
Reno, in Svizzera, in Belgio, imploreranno la nostra alleanza, per paura o per
simpatia, invece di venire come ora a morderci i polpacci. Allora la Francia,
senza sparare più un solo colpo di cannone, potrà ottenere tutto ciò che è giu-
sto ottenga, e abolire per sempre i trattati del 1815».
Come si vede, l’appoggio al Risorgimento trovava un limite nel fatto che
Napoleone III doveva tener conto dell’opinione pubblica cattolica, uno dei
pilastri del suo regime. Inoltre, alleandosi con il Piemonte per muovere guerra
14 Pubbl. parzialmente in Storia delle Relazioni Internazionali: testi e documenti 1815-
2003, cit., n. 24, p. 47.