Page 31 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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il quadro politico-diplomatico della situazione italiana ed europea nel 1859 31
Bonaparte (detto Plon-Plon), cugino dell’Imperatore.
Vi è poi da considerare la posizione della Prussia, uno Stato sostanzialmen-
te conservatore, ma anche una monarchia luterana, che aspirava chiaramente
a sostituire Vienna alla guida della nazione tedesca . Già alla fine degli anni
19
‘50 era chiara tale direttiva della politica estera prussiana, soprattutto a partire
dalla nomina, nell’ottobre 1858, a Principe Reggente del futuro Guglielmo I,
vista la malattia del Re Federico Guglielmo IV, ancora vincolato ad una pre-
giudiziale legittimista. Bismarck, che dal 1851 ricopriva l’importante incarico
di rappresentante prussiano alla Dieta della Confederazione Germanica era da
tempo giunto a ritenere necessaria la lotta contro l’Austria per sostituirla alla
guida della Germania. Conservatore in Patria, egli non aveva scrupoli a ca-
valcare se necessario la rivoluzione: «anch’io sostengo il principio della lotta
contro la rivoluzione, ma nel nostro sistema di governo non possiamo fare a
meno di valerci anche delle conquiste della rivoluzione». Uno dei massimi
teorici dello Stato prussiano, lo storico Heinrich von Treitschke, presenterà ai
tedeschi l’unificazione italiana come un modello, ed il suo artefice, Cavour,
come un maestro, pur giudicando troppo generose per la Chiesa ed ingenue
le sue proposte di soluzione della Questione Romana sulla base della formula
«Libera Chiesa in libero Stato».
Per Berlino, il Risorgimento italiano costituiva sia un modello da imitare
sia un’importante occasione diplomatica, o per costringere l’Austria a conces-
sioni in Germania come prezzo di un aiuto in Italia o, se Vienna avesse rifiu-
tato, per lasciare che una sua sconfitta nella penisola la indebolisse. Quanto
alla Francia, era meglio che ottenesse Nizza e la Savoia e cercasse influenza
in Italia piuttosto che indirizzare le sue mire sul Reno, verso la Germania; ma
vi era anche il timore che, galvanizzata dal successo in Italia, la Francia si
rivolgesse comunque in tale direzione. Insomma, la Prussia aveva aperte due
possibilità: aiutare l’Austria o lasciarla da sola.
La frase rivolta da Napoleone III all’Ambasciatore austriaco a Parigi
Barone Hübner durante il ricevimento del corpo diplomatico il 1° gennaio
1859, «mi duole che le relazioni tra i nostri governi non siano più così buone
com’erano tempo addietro» ed il discorso della Corona di Vittorio Emanuele
II del 10 gennaio, con la famosa frase «nel mentre rispettiamo i trattati, non
siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di
noi!» fecero comprendere all’Europa che si addensavano nubi di guerra.
Il governo conservatore britannico cercò di prevenire lo scoppio delle
19 B. Malinverni, La Germania e il problema italiano, Milano1966.