Page 32 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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32           150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 ostilità, che, a suo giudizio, avrebbero finito per coinvolgere tutta l’Europa,
                 obbligando l’Inghilterra, legata all’Austria dalla politica orientale ma anche
                 desiderosa  di  non  sacrificare  l’amicizia  francese,  a  prendere  posizione.  A
                 tale desiderio di pace l’Inghilterra parve disposta a sacrificare le aspirazio-
                 ni degli italiani. Il ministro degli esteri Lord Malmesbury, pur mantenendo
                 ufficialmente la neutralità, considerava responsabile di un’eventuale guerra
                 il Piemonte, che per primo aveva compiuto atti ostili nei confronti dell’Au-
                 stria.
                   Per evitare lo scoppio della guerra, Malmesbury iniziò un’intensa azione
                 diplomatica  nelle varie capitali, intimando al Piemonte di «cessare dal pre-
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                 sente irriflessivo atteggiamento» ed inviando alla fine di febbraio l’ambascia-
                 tore a Parigi, Lord Cowley in missione a Vienna con una lettera della Regina

                 Vittoria all’Imperatore Francesco Giuseppe ed una proposta di mediazione
                 inglese sulla base del riconoscimento da un lato dei trattati del 1815, dall’altro
                 della necessità, per venire incontro alle proteste piemontesi, di emendare i trat-
                 tati di assistenza tra l’Austria e gli Stati minori della penisola e di evacuare le
                 truppe straniere dello Stato Pontificio, nel quale andavano realizzate riforme.
                 Allo stesso tempo il governo prussiano resistette alle pressioni di Cavour per-
                 ché si pronunciasse contro l’Austria, mentre alla Dieta della Confederazione
                 Germanica a Francoforte, dove Bismarck fu sostituito il 4 marzo da Usedom,
                 si svolgeva un serrato confronto sulle eventuali misure militari da prendere a
                 sostegno di Vienna.
                   Premuto dall’offensiva diplomatica britannica, Napoleone III fece pubbli-
                 care il 4 marzo sul Moniteur una nota rassicurante, che sembrava smentire i
                 propositi di guerra della Francia e suscitò lo sdegno di Vittorio Emanuele II.
                 Il giorno precedente era stato firmato il già ricordato trattato segreto franco-
                 russo, ed il 18 marzo San Pietroburgo, d’intesa con Parigi, avanzò la propo-
                 sta di un congresso delle Grandi Potenze sul problema italiano. Napoleone
                 pensava che tale conferenza avrebbe ottenuto miglioramenti in Italia a danno
                 dell’Austria o ancor meglio che Vienna avrebbe rifiutato il Congresso, per-
                 dendo simpatie a Londra e Berlino.
                   L’Inghilterra accettò la proposta del congresso e riuscì a farla accettare
                 all’Austria, che però pose una serie di condizioni: la partecipazione solo delle
                 Grandi Potenze, quindi con l’esclusione del Regno di Sardegna, nessuna di-
                 scussione sugli assetti territoriali, disarmo preventivo del Regno di Sardegna




                 20  F. Valsecchi, La politica europea e la preparazione diplomatica della II guerra d’in-
                   dipendenza, Milano1951.
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