Page 33 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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il quadro politico-diplomatico della situazione italiana ed europea nel 1859  33



                   e scioglimento dei corpi volontari. Tali condizioni erano sostanzialmente con-
                   divise dalla Gran Bretagna, che promise comunque al Piemonte che avrebbe
                   appoggiato le richieste di riforme all’interno dei singoli Stati italiani. Londra
                   e Berlino si attivarono per cercare un compromesso sulle due questioni preli-
                   minari controverse, la partecipazione degli Stati italiani ed il disarmo preven-
                   tivo. La Francia accettò il disarmo preventivo di tutte le potenze, intimando
                   il 18-19 aprile a Cavour di aderirvi, ciò che egli fece in maniera riluttante ed
                   ambigua. Il Re Vittorio Emanuele II inveì contro Napoleone III: «quel cane di
                   imperatore ... è una carogna».
                      Fu un momento di grande difficoltà per la politica di Cavour, dal quale
                   lo trasse la decisione austriaca di recidere con la spada il nodo italiano, per
                   stroncare in modo definitivo la rivoluzione, insistendo per il disarmo preven-
                   tivo del solo Piemonte. Il 19 aprile a Vienna il Consiglio dei ministri deliberò
                   l’invio di un ultimatum al Piemonte . Il 20 l’Imperatore Francesco Giuseppe
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                   si recò in visita dall’anziano Principe di Metternich, che sarebbe morto di lì
                   a poco e che gli raccomandò, inutilmente: «Per l’amor di Dio, nessun ulti-
                   matum al Regno di Sardegna». Consegnato il 23, l’ultimatum chiedeva «la
                   smobilitazione dell’esercito sardo ed il congedo dei corpi franchi o volonta-
                   ri italiani, preliminarmente alla riunione del congresso», preannunciando la
                   guerra in caso di rifiuto.
                      Lord Malmesbury rinnovò le pressioni su Vienna affinché rinunciasse a
                   ricorrere alle armi ed il 25 aprile, lunedì di Pasqua, offrì la sua mediazione.
                   Scaduti i tre giorni dell’ultimatum, il 26 Cavour rispose di non aver nulla
                   da aggiungere sulla posizione del Piemonte riguardo alle condizioni per la
                   convocazione del Congresso. Seguirono la dichiarazione di guerra, che fece
                   scattare il meccanismo dell’alleanza con la Francia, ed il 29 aprile il passaggio
                   del Ticino da parte delle truppe austriache comandate dal Maresciallo Ferencz
                   Gyulai.


















                   21   Storia delle Relazioni Internazionali: testi e documenti 1815-2003, n. 26, pp. 49-50.
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