Page 35 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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L’azione della Società Nazionale Italiana
fino alla vigilia della guerra (1857-1859)
Prof. Anna Maria Isastia
l Risorgimento è il momento fondante della nostra storia nazionale uni-
I taria e dovrebbe essere patrimonio condiviso da tutti. Al contrario, la po-
lemica su questo periodo storico - contestato e negato in epoche diverse, per
motivi politici e culturali divergenti, ma con un comune approdo - è stata
sempre forte e vivace.
Fin dalla fine dell’800, da parte di chi non si riconosceva nella nuova com-
pagine statale, c’è stata la delegittimazione quando non la negazione di uomi-
ni e avvenimenti dei decenni precedenti.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nata la Repubblica, si mani-
festò un sostanziale disinteresse nei confronti della scelta di un simbolo di
fondamentale importanza per fondare la nuova identità della nazione: l’inno
nazionale.
La contrastata storia dell’Inno di Mameli testimonia delle incertezze che
circondano l’identità italiana e la fragilità dei sentimenti di appartenenza na-
zionale. Le cause affondano nella storia lontana, ma ci sono anche responsa-
bilità più recenti, perché l’Italia repubblicana - per prendere le distanze dal
nazionalismo del ventennio fascista, ma anche perché dominata da due partiti
lontanissimi dalla tradizione risorgimentale - decise di mettere da parte alcuni
dei più importanti simboli dell’Unità nazionale, grazie ad una politica educa-
tiva che è stata monopolizzata proprio dai cattolici e dai comunisti.
Nel 1961, in occasione del primo centenario dell’Unità, lo storico siciliano
Rosario Romeo lamentò un’accoglienza non adeguata all’evento, attribuen-
done la responsabilità ai due principali partiti, la Dc e il Pci. L’ Italia delle
forze cattoliche e marxiste uscita dal secondo conflitto mondiale, diceva, era
«rimasta in gran parte estranea e nemica» all’ Italia liberale. Non che comu-
nisti e democristiani avessero ancora «il vecchio volto antirisorgimentale»
ma certo «ideali ed esigenze rappresentati da queste forze sono cosa nuova e
diversa rispetto alla tradizione liberale risorgimentale».
Eppure le celebrazioni del 1961 sono state forse il momento più alto
dell’Unità d’Italia, molto sentite in realtà nel momento in cui il paese stava
acquistando una importanza economica e politica mai avute in passato e gli
italiani assaporavano un nuovo benessere.