Page 29 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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il quadro politico-diplomatico della situazione italiana ed europea nel 1859  29



                   all’Austria, l’Imperatore non voleva allarmare l’Europa ed intendeva contare
                   sull’appoggio della Russia. La guerra di Crimea aveva avuto la sua causa
                   occasionale proprio in un dissidio franco-russo relativo ai Luoghi Santi ed
                   alla protezione dei cristiani nell’Impero occasionale. Tuttavia dopo la guer-
                   ra, mentre il solco tra Vienna e San Pietroburgo restava, Francia e Russia si
                   riconciliarono rapidamente anche nel nome dell’ostilità verso l’Austria. Già
                   al Congresso di Parigi l’Imperatore dei francesi aveva lasciato intendere al
                   delegato russo Conte Orlov che non avrebbe sollevato difficoltà in Polonia se
                   avesse potuto contare sul tacito consenso di San Pietroburgo in Italia. Anche
                   qui Napoleone III riprendeva una politica della Francia di Ancien regime:
                   prendeva gli Asburgo alle spalle per ostacolarli in Occidente. La Francia dei
                   Re cristianissimi non aveva esitato a stringere intese con turchi e protestanti
                   contro il Sacro Romano Imperatore, Napoleone III giocava di rimessa con la
                   Russia contro l’Imperatore d’Austria. Nel settembre 1857 Napoleone III e lo
                   Zar Alessandro II s’incontrarono a Stoccarda compiacendosi di definire i loro
                   due Paesi «alleati naturali». In realtà gli interessi di Francia e Russia conver-
                   gevano solo nel giocare l’Austria, ma tanto bastava.
                      La Russia era comunque una potenza conservatrice e non poteva avallare
                   una rivoluzione in Italia, anche se anche in questo caso, come in quello britan-
                   nico, la tradizionale ostilità al Cattolicesimo, nel 1859 indusse il primo mini-
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                   stro Gorčakov a spingere il Piemonte ad impadronirsi dello Stato Pontificio .
                   Napoleone III sperava di ottenere una piena alleanza dallo Zar, prospettando-
                   gli una revisione del trattato di Parigi del 1856 e la conquista della Galizia, ma
                   con il trattato segreto del 3 marzo 1859  si assicurò solo, «una volta dichia-
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                   rata la guerra tra la Francia e la Sardegna da un lato e l’Austria dall’altro», la
                   «neutralità benevola» della Russia, e la sua non opposizione «a che la Casa di
                   Savoia sia ingrandita in Italia, rispettando i diritti dei Sovrani che non avranno
                   preso parte alla guerra», debole clausola, che non valeva la carta sulla quale
                   era scritta, per salvaguardare il principio di legittimità ed impedire alla guerra
                   di assumere un carattere rivoluzionario.
                      In realtà già gli accordi di Plombierès prefiguravano un’evoluzione di tipo
                   rivoluzionario. Cavour e Napoleone III avevano parlato di «lasciar insorgere
                   le Romagne», di «lasciar fare» ai sudditi di Ferdinando II Re delle Due Sicilie
                   «se, profittando del momento, si fossero sbarazzati del suo paterno dominio»




                   15  G. Berti, Russia e Stati italiani nel Risorgimento, Torino 1957.
                   16  Cfr. Storia delle Relazioni Internazionali: testi e documenti 1815-2003, cit., n. 26, p.
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