Page 27 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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il quadro politico-diplomatico della situazione italiana ed europea nel 1859  27



                      Nel 1839, all’indomani del suo tentativo di colpo di Stato in Francia, Luigi
                   Napoleone scrisse un’opera, les idées napoléoniennes, nella quale sviluppò
                   sistematicamente il concetto, già presente nelle rêveries Politiques del 1832,
                   dell’idea napoleonica come sintesi delle idee repubblicana e monarchica. Un
                   capitolo era dedicato alla politica estera: la nuova politica delle nazioni do-
                   veva sostituire la vecchia politica delle dinastie. Un altro capitolo indicava le
                   mete del Secondo Impero: libertà e ordine in Francia, pace ed unità in Europa.
                   «L’obiettivo finale ... (era) la revisione dei trattati di Vienna, la revisione del
                   ‘sistema’ del 1815, sorto sulle rovine del Primo impero ... L’avevano costruito
                   contro Napoleone, contro l’idea della libertà e dell’emancipazione dei popoli;
                   l’avevano costruito come baluardo della vecchia Europa dinastica, nel nome
                   del diritto divino delle vecchie monarchie. Il compito del ‘nuovo Ottaviano’,
                   del restauratore dell’impero, doveva essere quello di rovesciare la costruzione
                   del 1815, che costituiva la negazione e l’antitesi della tradizione napoleonica;
                   continuare l’opera del suo grande predecessore; erigere la Francia campio-
                   ne della nuova Europa contro l’antica, ridare alla Francia il posto di guida
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                   dell’Europa, che Napoleone I le aveva assegnato» .
                      Coerente con il tradizionale principio della politica estera francese, pas des
                   grandes nations a nos frontiéres, nei suoi progetti Napoleone III prefigurava
                   non un’Italia unitaria, bensì divisa in quattro Stati, legati in una Confederazione
                   presieduta dal Papa. Così Cavour descrisse al Re Vittorio Emanuele II l’as-
                   setto dell’Italia concordato con Napoleone III nell’incontro di Plombières del
                   24 luglio 1858 : «La valle del Po, le Romagne e le Legazioni costituirebbero
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                   il regno dell’Alta Italia, sul quale regnerebbe la Casa di Savoia. Si lascerebbe
                   al Papa Roma e il territorio che la circonda. Il resto degli Stati del Papa con
                   la Toscana formerebbe il Regno dell’Italia Centrale. Non si modificherebbe
                   l’assetto territoriale del Regno di Napoli. I quattro Stati italiani formerebbe-
                   ro una confederazione sul modello della Confederazione Germanica, della
                   quale si darebbe la Presidenza al Papa per consolarlo della perdita della parte
                   migliore dei suoi Stati». Cavour osservò anche che «Poiché V.M. essendo
                   Sovrana di diritto della metà più ricca e più forte dell’Italia, sarebbe di fatto
                   sovrana di tutta la penisola».





                   12  F. Valsecchi, L’Italia del risorgimento e l’Europa delle nazionalità, Milano1978, pp.
                      169-70.
                   13  Cavour al Re Vittorio Emanuele II, Baden, 24 luglio 1858, pubbl. parzialmente in
                      Storia delle Relazioni Internazionali: testi e documenti 1815-2003, cit., n. 23, pp. 45-
                      47.
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